Università, concorsi truccati: le inchieste avviate in questi anni sul sistema universitario hanno confermato l’elevato livello di corruzione presente negli atenei del Paese. Infatti, dopo le indagini partite in seguito allo scandalo di “Università bandita” che ha visto protagonista proprio UNICT per concorsi truccati, le autorità hanno aperto diverse inchieste in vari atenei italiani, confermando questa ipotesi.
Ad oggi, secondo quanto riportato da Repubblica, sono 191 in tutta Italia i docenti sotto inchiesta con accuse di scambio di favori, nepotismo e corruzione. Ad aggiungersi alla lista, ci sarebbero poi 85 concorsi universitari pilotati e ben 57 professori, rettori e direttori che sono già arrivati alla fase del processo.
Tra gli atenei coinvolti, spiccano varie università che vanno da Nord a Sud e, come riportato anche da Money, i rettori sono spesso protagonisti di queste vicende. Infatti, al momento sono stati rinviati a giudizio i seguenti: oltre all’ateneo di Catania, che vede coinvolti gli ultimi rettori, i rettori di Firenze, due rettori di Reggio Calabria, della Statale e del San Raffaele di Milano, oltre che della Stranieri di Perugia e l’ex rettrice dell’Università della Basilicata.
Le accuse per le quali gli indagati si trovano sotto inchiesta sono le stesse che riguardarono lo scandalo dei concorsi truccati dell’Università di Catania. Esempio eclatante fu quello dello scambio di favori che coinvolse anche l’ex rettore dell’Università di Catania Francesco Basile per le indagini e che si va ripetendo in altri atenei del resto d’Italia, dove i “baroni” cercano di far fare carriera a certe persone rispetto ad altre, dimenticando il significato della parola “meritocrazia”.