In Sicilia nasce “Lucy”, biblioteca delle donne: “La lettura è evasione e crescita”

Lo Zen di Palermo saluta ed accoglie qualcosa di nuovo: una biblioteca costituita da libri scritti da donne o che trattano temi femministi. Alcune volontarie dell'Associazione Handala, a capo dell'iniziativa, raccontano ai microfoni di LiveUnict come la lettura possa divenire strumento utile per far fronte a vite non di rado complesse.

“Fondare biblioteche è come costruire ancora granai pubblici, ammassare riserve contro un inverno dello spirito che da molti indizi, mio malgrado, vedo venire”: sono le parole di Marguerite Yourcenar, scrittrice e poetessa francese tra le più celebri e talentuose. Ma è anche una delle frasi più adatte con cui presentare Lucy, che allo Zen (zona di Palermo tra le più difficili) detiene già un primato: qui è la prima biblioteca che ruota intorno all’universo femminile.

Quella di Lucy è una storia appena scritta ma che conta già innumerevoli pagine, tutte quelle dei libri presenti tra i suoi scaffali: a raccontarla ai microfoni di LiveUnict sono alcune volontarie dell’Associazione Handala, a capo dell’iniziativa.

La nascita dell’iniziativa

La Biblioteca delle donne Lucy è stata accolta in città, per mezzo di un’inaugurazione ufficiale, nel corso del primo weekend di aprile. Grazie alla collaborazione con la rassegna “Donne in amore”, hanno partecipato all’evento anche le scrittrici Carola Susani e Elena Stancanelli, che hanno anche offerto un reading del loro libro Mamma o non mamma. Ma come si è arrivati a questo importante “taglio del nastro”?

Ben 8 anni fa l’Associazione Handala ha arricchito lo Zen della presenza di Spazio Donna, un centro creativo e di socializzazione per le donne che, come raccontano le volontarie intervistate, “negli anni ha mostrato il volto più bello e forte del quartiere”.

Dal corso di sartoria al gruppo teatrale: sono numerosi i progetti realizzati negli anni dallo Spazio, che neanche la pandemia ha fermato.

Anche quando l’emergenza sanitaria sembrava aver messo in ombra il resto e vigeva una generale incertezza, l’associazione palermitana ha lavorato per fornire delle garanzie: così le donne dello Zen hanno potuto, tra il resto, continuare ad usufruire di uno sportello d’ascolto e a studiare per ottenere la licenza media e, insieme a questa, una diversa prospettiva di vita. Di lì a poco all’esigenza di sfogliare libri di testo si sarebbe affiancato il desiderio di perdersi tra le molteplici narrazioni, nate sotto la penna di altre donne e legate alla creazione di personaggi femminili.

“Grazie al contributo della Fondazione Haiku – spiegano volontarie dell’Associazione Handala – , che da due anni sostiene parte delle attività dello ‘Spazio Donna’ e che ha accolto il nostro progetto di Alimentazione culturale per far fronte a bisogni materiali emersi con più forza durante l’emergenza ma anche per nutrire l’aspetto culturale, creativo e relazionale che ha rappresentato il punto di forza delle nostre attività in questi anni con le donne, ha preso forma la Biblioteca ‘Lucy’ con l’acquisto di una prima fornitura di 60 libri.

I libri sono stati subito presi in prestito dalle donne e dalle ragazze del quartiere – racconta ancora l’intervistata – , spesso recapitati direttamente a casa quando le restrizioni non consentivano loro di uscire”.

Una biblioteca ribattezzata “Lucy”: perché?

Nel momento in cui un’idea si trasforma in realtà concreta, ha bisogno di un nome per essere riconosciuta. Per scegliere quello della nuova biblioteca al femminile è stato necessario ripercorrere a ritroso il tempo, ricordare una scoperta importante per cogliere un significato di rilievo.

“‘Lucy’ come il nome dato ai resti dell’australopithecus ritrovato nel 1974 in Etiopia, la nostra antenata più antica, un segno certo della presenza di un essere di genere femminile sulla Terra – chiariscono le volontarie – . Un dato scientifico dal quale partire senza influenze di altro tipo se non quelle dell’essere donne che, attraverso la storia millenaria, hanno solo fatto passi avanti”.

Scaffali più pieni

La crescita di “Lucy” non è stata dettata soltanto dallo scorrere del tempo: a determinarla soprattutto l’altruismo e l’impegno altrui.

Gli studenti dell’Istituto Comprensivo “Leonardo Sciascia”, nell’ambito di laboratori di serigrafia e falegnameria, le hanno donato degli scaffali che, tuttavia, necessitavano di esser riempiti per apparire al meglio. Oggi, per fortuna, c’è meno spazio libero.

“‘Lucy’ ha oggi circa 250 libri – indicano le intervistate – acquistati grazie ad un primo finanziamento della fondazione Haiku, molti regalati da cittadini e una parte della collezione di letteratura femminile proveniente dalla biblioteca di quartier booq”.

I libri più significativi

Elizabeth di Orgoglio e Pregiudizio e Modesta de L’arte della gioia abitano, insieme a molteplici altre figure, questo particolare ambiente. Da qui possono allontanarsi per alcuni giorni, giusto quelli necessari a trasportare qualcuna in mondi altri, per poi far ritorno a casa.

I libri presenti all’interno della Biblioteca delle donne dello Zen sono ormai molteplici ma la quantità non può cancellare il valore assunto, agli occhi di lettrici ed ideatrici, da alcuni di questi testi.

Particolarmente importanti e significativi – confessano le volontarie – sicuramente i testi delle scrittrici che hanno animato il nostro laboratorio teatrale, come le poesie di Alda Merini e Chandra Livia Candiani, insieme ad alcuni testi di Virginia Woolf.

Perché visitare Lucy?

Le volontarie dell’Associazione Handala hanno raccontato di una biblioteca appena sorta tra gli edifici dimessi di un quartiere popolare in cui la vita non di rado risulta complessa. Molte delle donne, più o meno giovani, che la visitano devono quotidianamente fare i conti con numerose problematiche.

Perdersi tra titoli e copertine, certo, non assicurerà un impiego o un sostegno economico, magari necessari: lo sanno bene le lettrici dello Zen che, con una curiosità degna dei migliori paleoantropologi, si ostinano comunque a scovare dentro questo ambiente e tra le pagine dei libri ciò che altrove sembra assente. Un po’ la propria “Lucy”. Anche in questo caso, con una buona dose di caparbietà, ciascuna di loro può portare alla luce qualcosa di prezioso.

“‘Lucy’ offre la libertà delle parole e uno spazio dove ritrovarsi – concludono le volontarie dell’Associazione Handala – : lo spazio della lettura,  che è evasione, crescita, condivisione e scoperta. Offre strumenti a tutte le donne, quelli che permettono di andare oltre le proprie vite, di immaginarle diverse e in risonanza con quelle di altre”.

Marzia Gazzo

Marzia Gazzo nasce a Catania il 6 giugno 1998. Laureata in Lettere Moderne, collabora con la testata LiveUnict da maggio 2018. Da dicembre 2020 è coordinatrice della redazione. Ama leggere belle parole, ascoltare voci, raccontare storie.

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