La primavera è il periodo nel quale, in ambito scolastico, ripartono i colloqui tra genitori e docenti, atti a verificare l’andamento scolastico dei propri figli. Da due anni a questa parte, tuttavia, il concetto di normalità è cambiato ampiamente: come conseguenza, la vita scolastica di docenti e allievi si è trasferita in gran parte online dove, in taluni casi, continua ad essere necessaria a causa del proseguire della pandemia da Coronavirus in Italia.
Lo spostamento della vita online non può che causare, talvolta, scene divertenti: è il caso di un docente, appartenente all’organico di uno storico liceo calabrese, presentatosi ai colloqui scuola – famiglia online in pigiama. L’abbigliamento del professore ha destato l’incredulità dei genitori, che hanno fatto girare la foto sul gruppo WhatsApp della classe, causando l’ilarità generale.
Tuttavia, presentarsi in pigiama a un colloquio ufficiale è un comportamento sanzionabile: pur essendo online, secondo il il DPR 62 del 2013 spiega nell’articolo 3, comma 2, come “il dipendente rispetta i principi di integrità, correttezza, buona fede, proporzionalità, obiettività, trasparenza, equità e ragionevolezza e agisce in posizione di indipendenza e imparzialità, astenendosi in caso di conflitto di interessi”, evitando di creare “danno al decoro e al prestigio dell’Amministrazione”.
Il comportamento del docente, dunque, per quanto innocente e scherzoso, potrebbe costargli una sanzione più o meno grave, dall’avvertimento scritto del dirigente scolastico (che giunge al personale in caso di mancanze lievi al riguardo dei doveri inerenti alla funzione docente o i doveri di ufficio) alla sanzione disciplinare.