Avete ricevuto un messaggio che riferisce di un buono benzina da 100 euro? Si tratta di un messaggio-truffa che potrebbe facilmente ingannare: ecco come riconoscerlo e difendersi.
Si moltiplicano, sotto nuove forme, le truffe. L’ultima, in particolare, è frutto del particolare momento storico vissuto in cui il prezzo del carburante risulta alle stelle.
Starebbe, di fatto, circolando su WhatsApp un anomalo messaggio che riferisce dell’esistenza di un “buono benzina”, in realtà inesistente: ad avvertire gli italiani è Lillo Vizzini, di Federconsumatori.
“Alcuni cittadini hanno già chiamato lo sportello Federconsumatori di Palermo per segnalare l’anomalo messaggio ricevuto via WhatsApp – spiega Vizzini – . Esso fa intravedere la possibilità di ottenere un buono carburante, da una grande compagnia italiana, di 100 euro. Naturalmente il buono non esiste“.
Ma come riconoscere la truffa? Risulterà particolarmente utile conoscere il testo del messaggio, che così recita: “Da oggi tutte le stazioni regaleranno 10.000 buoni benzina da € 100 per protesta contro il governo e la guerra. Qui sotto è spiegato come ricevere il buono, prima che finiscono“.
Tali parole vengono seguite da un link.
“Se si clicca sul link, per ottenere il buono, si viene dirottati su una scheda da compilare con tante informazioni personali – continua Lillo Vizzini – . La stessa tecnica è utilizzata, stavolta, tramite un sms che sembra pervenire dal Ministero della salute per informare che il Green pass è stato clonato e induce, attraverso il link, a scaricare il nuovo”.
A tal proposito la Polizia postale raccomanda di non aprire il link e gli allegati ma, al contrario, di cestinare il messaggio: seguendo questi semplici consigli si eviterà di incorrere nel furto di dati personali e bancari.
“È fondamentale sapere – conclude Vizzini – che richieste attendibili di dati personali e bancari non perverranno mai attraverso il telefono, la posta elettronica, sms o messaggi Whatsapp. Mail, sms e messaggi vanno cestinati, soprattutto in presenza di allegati che non vanno aperti mai. In caso di dubbi, consultare una associazione di consumatori”.
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