L’aumento dei contagi ha costretto Draghi a pubblicare due decreti d’emergenza con nuove regole sulla quarantena, le capienza e soprattutto l’estensione del Super Green Pass, che potrebbe essere obbligatorio anche nei posti di lavoro. Il governo sta già lavorando in vista della riunione di mercoledì, non sarà un lavoro semplice, ci sono due grandissimi nodi da sciogliere: scuola e lavoro. Cambierà qualcosa per provare ad allentare i contagi.
Scuola e lavoro, i nodi da sciogliere
Il Consiglio dei Ministri, parlerà dell’estensione del Super Green Pass a lavoro, molti esponenti del Pd, diversi sindacati e Confindustria puntano all’obbligo vaccinale dai 18 o dai 21 anni in su, secondo Franco Locatelli, ci sono le possibilità di eseguire questo provvedimento. La misura più realistica in questo momento è l’estensione del Super Green Pass per i dipendenti della Pubblica Amministrazione, non quindi del lavoro privato, dove la situazione è molto più complessa, sarò dunque necessario convocare i sindacati per trovare un accordo.
Donato Greco membro del Cts ed epidemiologo rilascia alcune dichiarazioni alla Stampa e anticipa alcune misure utili per contrastare la pandemia: “ Le condizioni per un obbligo vaccinale sono mature perché il 90 per cento degli over 12 ha almeno una dose, la vaccinazione dei bambini va bene, ma restano 6 milioni di adulti non vaccinati. Di questi un milione e mezzo ha più di 50 anni e 180mila più di 80. Tutte persone che rischiano l’ospedalizzazione e fanno cambiare colore alle regioni”.
Secondo Greco molte di queste persone “Non sono state raggiunte dalla prevenzione -continua-Ora verrà introdotto il Super Green Pass nei luoghi di lavoro, una misura alternativa all’obbligo ma di grande impatto perché mette in sicurezza gli uffici, le aziende, l’economia e spinge tutti gli under 65 a vaccinarsi. Greco sull’obbligo generalizzato commenta: “Lo deciderà il governo, ma prima il generale Figliuolo porterà avanti la vaccinazione porta a porta, cercando di arrivare ai cittadini rimasti isolate“. Greco conclude:”Per l’obbligo in ogni caso serve una legge ordinaria votata dalle Camere, che avrebbe tempi lunghi, ma trattandosi di un diritto primario non si può decidere per decreto”
Situazione scuola
Sul fronte scolastico i sindacati ed i genitori sono contrari al pensiero di rinunciare tracciamento coi tamponi in caso di positivi in classe, ancora di più sono contrari al fatto di mettere in quarantena e mandare in Dad i non vaccinati se i contagiati sono due.
Insomma un cambiamento del protocollo scolastico, non è semplice da adottare e Maddalena Gissi, della Cisl scuola, crede che sia complicato dividere le classi in vaccinati e non: “C’è un problema di privacy e didattico: chi è in classe ha bisogno di tutta l’attenzione dell’insegnante, chi invece segue dal pc ha tempi e necessità diversi”.
Per avere l’ufficialità si dovrà attendere giorno 5 gennaio 2022 quando il Cdm si riunirà per prendere importanti decisioni.