Da un imbuto si passerà a una voragine formativa: è questa l’opinione di Consulcesi, che ha commentato l’incremento delle borse di specializzazione a fronte del mantenimento del numero chiuso per accedere in Medicina.
“Se all’aumento dei posti nelle scuole di specializzazione non seguirà un altrettanto aumento dei posti alle facoltà di Medicina – ha spiegato Massimo Tortorella, presidente Consulcesi – o addirittura a un superamento vero e proprio del numero chiuso, presto la sanità italiana si ritroverà ad affrontare una gravissima carenza di medici specialisti“.
“La voragine formativa che così si rischia di aprire è il segno – ha precisato il Presidente di Consulcesi – di una scarsa lungimiranza e attenzione nella programmazione del fabbisogno di operatori sanitari in Italia. Per questo chiediamo misure correttive che agiscano a monte, cioè nella selezione dei candidati alle facoltà di Medicina, anziché solo a valle. Se non correggiamo il sistema del numero chiuso, rischiamo di lasciare vacanti molti posti nelle scuole di specializzazione e, di conseguenza, di lasciare gli italiani senza medici specialisti, aggravando l’annoso problema delle liste d’attesa lunghissime”.
Sul tema è intervenuto anche l’Anaao Assomed (sindacato medico italiano), che ha confermato che le borse di specializzazione sono aumentate di molto rispetto ai posti disponibili in Medicina. A fronte infatti di un aumento dei posti nella facoltà di medicina e chirurgia che porterà 8.111 studenti a laurearsi nel 2022, 8684 nel 2023, 9935 nel 2024, 11449 nel 2025 e 12468 studenti nel 2026, i posti messi a bando per i prossimi anni nelle scuole di specializzazione dalla legge di bilancio 2022 sono 12.000. A questi occorre aggiungere i posti per il corso di medicina generale. Stando a queste stime, nel 2026-2027, si avranno 19.800 posti in specialità che non troveranno medici disponibili a occuparli.