Il Green Pass sta per diventare obbligatorio, mancano ormai poche ore: una grande fetta della forza lavoro italiana, tuttavia, resta scoperta persino dalla prima dose di siero anti Covid. Quali campi lavorativi sono coinvolti? L'Italia sta avanzando verso un blocco generalizzato?
Il momento è arrivato: ancora poche ore e allo scattare di domani, 15 ottobre 2021, il Green Pass sarà reso obbligatorio per tutti i lavoratori. Tuttavia, sebbene sia ormai una parte imponente quella degli italiani che hanno deciso di sottoporsi alla somministrazione del siero anti-Covid, molte attività vedono una grande parte dei propri impiegati non vaccinati o comunque sprovvisti della certificazione verde obbligatoria.
Questo è il caso, ad esempio, delle forze dell’ordine: ben 60mila operatori della sicurezza non hanno ricevuto neanche la prima dose, dai carabinieri (ben 15mila) alla polizia locale, dai militari ai vigili del fuoco, fino ad arrivare alla polizia penitenziari che ha, tra gli altri, il compito di vigilare sui detenuti incarcerati, destando non poche preoccupazioni a livello nazionale.
Ma non solo: anche il settore dei trasporti pubblici, dove i non vaccinati sono tra il 10 e il 20%, potrebbe andare in crisi, a causa dell’assenza degli autisti sprovvisti della certificazione verde. Per questo motivo, si cerca una soluzione per provvedere immediatamente alla sostituzione degli impiegati assenti, dal monitoraggio delle assenze dell’Atac romana alla “fast line” per i tamponi ai dipendenti dei trasporti pubblici torinesi.
Una questione differente, invece, si pone in altri campi lavorativi. Questo è il caso, ad esempio, degli autotrasporti: sebbene si conti circa il 30% dei non vaccinati, la gran parte dei lavoratori è di provenienza straniera, perciò, spesso, vaccinata con sieri stranieri quali lo Sputnik, non riconosciuto dall’Agenzia del Farmaco europea (EMA) e di conseguenza privi della possibilità di ricevere la certificazione verde.
Nella stessa situazione si trovano i lavoratori portuali, di cui il 40% risulta sprovvisto del Green Pass, le colf e i badanti, ben il 50%, infine i lavoratori nel settore dell’agricoltura, campo in cui ben 390mila impiegati sono considerati privi della copertura vaccinale.
Anche in questo caso, una grande parte dei lavoratori in questi settori sono di provenienza straniera, quindi “coperti” da vaccini non riconosciuti: una soluzione a cui il Governo starebbe lavorando sarebbe la somministrazione di un’ulteriore dose di siero anti Covid, stavolta a mRNA, così da essere riconosciuto ai fini del rilascio del Green Pass e del ritorno alle normali attività lavorative.
Tuttavia, i dubbi restano ancora molti, una soluzione per superare i dubbi sui lavoratori stranieri non è stata definita, e mancano ormai pochissime ore all’obbligatorietà della certificazione verde per lavorare, dalle piccole aziende alle grandi istituzioni pubbliche. L’Italia sta andando in blocco? Certamente, si farà di tutto per evitare questa spiacevole conseguenza, ma il timore resta, costringendo, infine, le piccole e grandi realtà lavorative a prepararsi ai numerosi disagi che potrebbero avvenire a partire dal 15 ottobre.
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