Studenti contro Green pass al Rettore Priolo: “Costi elevati per i tamponi”

L'introduzione del green pass ha generato non poche critiche, ecco, infatti, la lettera scritta da alcuni studenti (e non solo) dell'Università di Catania, indirizzata al rettore Francesco Priolo e contro l'obbligo del green pass.

Si sa, dall’1 settembre, ormai, il green pass è obbligatorio anche per gli spostamenti sulle tratte a lunga percorrenza, per il personale scolastico e per gli studenti, al fine di contenere la pandemia globale.

Sono in molti però contro questa nuova regola ed infatti, gli studenti dell’Università di Catania, accompagnati anche da professori e da alcuni membri del personale T/A, hanno deciso di inviare una lettera al rettore Francesco Priolo, in risposta a quella scritta da lui lo scorso 27 agosto.

Lei afferma: «La copertura vaccinale riduce significativamente l’impatto clinico della malattia»- scrivono- Ciò è realisticamente vero, ma tale proposizione non può prescindere dall’analisi dei dati per fasce d’età. Per inciso, le fasce 12-19 e 20-29 sono tra le meno colpite dalle forme severe e critiche del Covid-19. Meriterebbe maggior attenzione, a nostro avviso, la capacità “sterilizzante” del vaccino contro il Covid-19 (i vaccini in uso prima del Covid-19 godono di efficacia indiscussa per la doppia  azione “immunizzante” e “sterilizzante”)”.

La loro critica, inoltre, va al fatto che non si sia “alcuna garanzia di avere spazi sterili e sicuri dal contagio, motivo per il quale, secondo questo gruppo di studenti, insegnanti e personale T/A, il green pass sarebbe poco utile.

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Nella lettera si parla anche di tamponi e di come sarebbe pesante affrontarli per tutti coloro che non sono a favore del green pass: “Per chiarezza, per poter seguire lezioni o attività laboratoriali di presenza, supposta una frequenza settimanale di 5 giorni, sono necessari 3 test (molecolari o antigenici rapidi), per cui, oltre l’invasività di tali trattamenti, sarebbe necessario sostenere un impegno economico di circa 240 euro al mese (nel caso ottimista in cui si opti per un antigene rapido dal costo di 20 euro, posto che il prezzo calmierato di 15 euro è valido fino al 30 settembre 2021). Possiamo parlare anche di ottimismo, ma dinanzi ad una scelta obbligata l’unico sentimento di noi studenti, docenti e personale T/A contrari al Green Pass è solamente quello di una pura amarezza”.

Dunque, il gruppo di studenti rivolge al Rettore un appello affinché si possano seguire percorsi alternativi al modello prospettato dal Ministero e dall’indirizzo di Governo, in quanto “il lasciapassare verde presenta criticità anche per quanto riguarda la tutela dei diritti personali di privacy”.

Le alternative proposte in questa lettera, infine, sono due:

  1. Mantenere tutte quelle misure di prevenzione del contagio (uso obbligatorio della mascherina all’interno dei locali universitari, flussi di ingresso e uscita con percorsi specifici, igienizzazione delle mani, distanziamento) secondo le linee guida di Ateneo, che sono già riuscite negli ultimi mesi di lezioni ed attività in presenza ad evitare i contagi nei locali del nostro Ateneo, superando la normativa attuale sull’imposizione del Green Pass quale dispositivo obbligatorio.
  2. Come il punto 1, introducendo però per tutti la possibilità di tamponi salivari (sia ai vaccinati che ai non vaccinati) gratuitamente, stabilendo modalità e periodi a vostra discrezione. Lo stesso strumento Green Pass non è esente da problematiche logistiche, ed in tal senso andrebbe considerata anche la nostra proposta di cui al punto 2, se il vero obiettivo è un rientro in sicurezza garantito e certificato per tutti.

La lettera completa degli studenti al rettore

 

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