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Catania, dopo l’Oasi del Simeto brucia anche il Parco dell’Etna

Brucia anche il Parco dell'Etna. Un altro polmone verde nella zona etnea è stato in parte compromesso, insieme alla sua vegetazione e fauna.

L’Isola continua a bruciare e stavolta i roghi toccano anche il Parco dell’Etna. Nei giorni scorsi un altro polmone verde era stato danneggiato, quello dell’Oasi del Simeto. Le fiamme che si sono sviluppate, nella giornata di ieri, nel parco dell’Etna hanno riguardato la zona di Belpasso e Rifugio Sapienza, sulla Strada Provinciale 92. Nello specifico, sono stati danneggiati dalle fiamme diversi ettari nell’area di monte Rinazzi.

Incendio nel Parco dell’Etna: probabile natura dolosa

Carlo Caputo, presidente del Parco dell’Etna, dai canali del Parco si rivolge a vigili del fuoco e guardie forestali del distaccamento di Nicolosi, ma anche associazioni di protezione civile del luogo e a una pattuglia di protezione civile di Rimini, nonché ai numerosi volontari che con coraggio hanno domato le fiamme, ringraziandoli per i loro sforzi.

Il presidente Caputo rivolge i suoi ringraziamenti anche al governatore della Regione Siciliana, Nello Musumeci, all’assessore Salvatore Cordaro e al responsabile della protezione civile Salvo Cocina per l’impegno che hanno dimostrato nella difficile giornata di ieri.

Restano da capire le cause dell’incendio. Lo stesso Caputo, in una dichiarazione, non mette in dubbio che si tratti di incendi di natura dolosa, viste le condizioni atmosferiche, che difficilmente consentono il divampare e il propagarsi di incendi a quote tanto alte.

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Le cause degli incendi dolosi

“Diversi possono essere i criminali ed i motivi che spingono i piromani a dare fuoco sull’Etna – scrive dalla pagina del Parco il presidente Caputo -. La maggior parte di questi incendi non vengono innescati su aree boscate ma su ex coltivi spesso abbandonati ed uno dei motivi è legato sicuramente alla dannosa pratica adottata da alcuni pastori che svolgono attività pascoliva non autorizzata (o meglio autorizzata solo in parte). È necessario avviare una riflessione per modificare la legge 16/96 che non consente per un tempo di 15 anni il cambio di destinazione d’uso su terreni attraversati dal fuoco.

Questa nobile norma nata negli anni novanta per contrastare gli incendi che avevano il criminale obiettivo di fare posto a cementificazione, sull’Etna, adesso ha preso tutta un’altra finalità – prosegue -: quella di cristallizzare terreni a pascolo per sempre, scoraggiando la ripresa attività colturali (vigneti, frutteti, ecc). Nei giorni scorsi traendo spunto da alcune considerazioni esposte i deputati Savarino e Zitelli (che ringrazio) hanno scritto un DDL che ha lo scopo di aprire un dibattito sulla modifica di questa legge. Penso che la modifica della legge possa essere un primo passo alla prevenzione di questi incendi (almeno di alcuni)”.

Gli scorsi incendi presso l’Oasi del Simeto

Nella provincia di Catania, un altro polmone verde, rappresentato dall’Oasi del Simeto, Riserva naturale, nel corso della settimana precedente è stato divorato dalle fiamme. La zona fungeva da rifugio a numerosissime specie animali e vegetali. I danni provocati sono ingenti ma non ancora stimati. Il Direttore delle Riserve Orientate, il Dottor Gaetano Torrisi dichiara che l’estensione interessata è sicuramente di 100 ettari.

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