Dalla cabina di regia per il monitoraggio Covid si registra una forte crescita dell'indice Rt: preoccupante la crescita della variante Delta in tutto il territorio nazionale.
A livello nazionale, ancora in forte crescita l’indice Rt, aumentato a 1,26 contro lo 0,91 della scorsa settimana: un dato che ritorna a superare la quota 1 dopo lo scorso 26 marzo. Aumenta anche l’incidenza settimanale, che passa da 19 a 40 casi per ogni 100mila abitanti.
A preoccupare è la variante Delta: “La circolazione della variante delta è in aumento in Italia ed è ormai prevalente” si legge sul monitoraggio dell’Iss. “Questa variante sta portando ad un aumento dei casi in altri paesi con alta copertura vaccinale, pertanto è opportuno realizzare un capillare tracciamento e sequenziamento dei casi“.
“È prioritario raggiungere una elevata copertura vaccinale – ribadisce il documento – ed il completamento dei cicli di vaccinazione in tutti gli eleggibili, con particolare riguardo alle persone a rischio di malattia grave, nonché per ridurre la circolazione virale e l’eventuale recrudescenza di casi sintomatici sostenuta da varianti emergenti con maggiore trasmissibilità“.
“Sulla base dei dati e delle previsioni ECDC della presenza di focolai causati dalla variante virale Delta in Italia e delle attuali coperture vaccinali, è opportuno mantenere elevata l’attenzione, così come applicare e rispettare le misure necessarie per evitare un aumento della circolazione virale“.
Ancora non ci sono grandi conseguenze per gli ospedali. Nell’ultima settimana, si osserva un forte aumento dell’incidenza settimanale a livello nazionale con evidenza di aumento dei casi diagnosticati in quasi tutte le Regioni, con la trasmissibilità sui soli casi sintomatici e su quelli ospedalizzati è sopra la soglia epidemica.
Tuttavia, l’impatto sui servizi ospedalieri rimane minimo con tassi di occupazione e numero di ricoverati in area medica e terapia intensiva sostanzialmente stabili. Nessuna Regione supera la soglia di occupazione dei posti letto in terapia intensiva o area medica.
Il tasso di occupazione in terapia intensiva è stabile al 2%, con una lieve aumento nel numero di persone ricoverate che passa da 157 a 165 nel giro di una settimana; mentre, il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale rimane al 2%. Aumentano in forma lieve le persone ricoverate da 1.128 a 1.194.
Alcune regioni, però, hanno superato il 5% dell’occupazione in area medica, come la Sicilia con una percentuale pari a 5,2, preceduta dalla Calabria, con il 5,7%. Seguono la Campania con 4,8% e la Basilicata 4,7%. Per le intensive la Toscana è a 3,4%, la Sicilia 3,3% e il Lazio a 3%. Per incidenza dei casi, in testa la Sardegna con 82,8 su 100mila abitanti. Altre 3 sopra la soglia di 50: Veneto (68,9); Lazio (68,8); Sicilia (64,9). Tre dati che, malgrado la Sicilia abbia un tasso di ospedalizzazione più basso rispetto alle nuove regole stabilite dal governo per il passaggio in zona gialla, mette l’Isola tra le regioni più a rischio.
L’indice di trasmissibilità del contagio Rt è raddoppiato in Sardegna, con un valore di 2.24, rispetto a 1.12 della scorsa settimana. Altre Regioni con il valore di Rt più alto questa settimana sono Veneto (1.67), Marche (1.46) e Liguria (1.45).
Le Regioni a basso rischio che hanno invece i valori di Rt più bassi sono Molise, con l’Rt questa settimana pari a zero, e la Basilicata (0.81). Le restanti regioni, invece, riportano allerte di resilienza.
Il presidente della Conferenza delle Regioni Fedriga, a Rai Radio anch’io, ha così dichiarato: “È importante accompagnare il Paese, vedo una tensione che mi preoccupa, uno scontro fra bande. Non bisogna accusare nessuno e non bisogna mettere sulla graticola chi non vuole vaccinarsi, ma occorre spiegare“.
“Ci sono passaggi che rendono difficile applicazione delle norme: chi controlla e soprattutto come le norme vengono fatta applicare, non possiamo pensare di mettere sulle spalle del barista o del ristoratore l’onere di fare il bodyguard, quindi su questo lo Stato ci deve essere. Per chi lo fa ci sono meno probabilità di ammalarsi in modo grave; il grande vantaggio del vaccino è che evita la malattia grave“.
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