Pubblicato il Rapporto annuale di Almalaurea sul profilo e sulla condizione occupazionale dei laureati. Ecco, in particolare, le caratterististiche dei neolaureati del Dipartimento di Economia ed Impresa dell’Università degli studi di Catania.
Il profilo dei laureati
La XXIII indagine annuale sulla condizione occupazionale riporta che, nel corso del 2020, i laureati del Dipartimento di Economia ed Impresa dell’Università di Catania sono stati 819. Nello specifico, sono 565 gli studenti che hanno conseguito la laurea triennale di primo livello e 251 quelli che hanno conseguito la laurea magistrale. 3 studenti, invece, hanno ottenuto il titolo relativo ad altri corsi di laurea pre-riforma.
I dati ci indicano che il 50,4% dei laureati è composto da donne mentre gli uomini costituiscono il 49,6%. Con riferimento all’età, si scopre che l’età media dei laureati triennali è di 24,6 anni mentre i laureati magistrali ottengono il titolo in media entro il 28esimo anno di età.
Il 47% degli studenti si laurea in corso e in media gli studi durano 4,4 anni. In particolare, gli studenti impiegano, mediamente, 5 anni per conseguire la laurea triennale e 3 per conseguire il titolo magistrale.
Infine, la media del voto di laurea per gli studenti di triennale è 96,5, mentre per la laurea magistrale il voto medio è più alto di 10 punti, raggiungendo il punteggio di 106,9 su 110.
La crisi scatenata dalla pandemia ha coinvolto il mondo del lavoro e si è abbattuta anche sulle possibilità occupazionali dei giovani laureati. In particolare, con riferimento al Dipartimento di Economia ed Impresa, si registra, ad un anno dalla laurea, un tasso di occupazione del 33,7%, con un calo del 9,3% rispetto ai dati dell’anno precedente.
Aumenta anche il tasso di disoccupazione che passa dal 22.8% del 2019 al 33% del 2020.
A crescere è anche il numero di non occupati in cerca di un impiego che passano da 135 a 168.
Si è mantenuta stabile, invece, la retribuzione: in media, i neolaureati del dipartimento di economia guadagnano 1.116 euro al mese. Si registra, però, una disparità tra i generi: le donne, infatti, guadagnano in media 1.047 euro al mese mentre gli uomini ne guadagnano in media 1.209.
Un altro dato che potrebbe essere stato influenzato dalla crisi pandemica è l’area geografica in cui i neolaureati trovano lavoro. Nel 2020 è, infatti, aumentato il numero di laureati che hanno trovato lavoro nel proprio territorio: si registra un +4,8% di occupati nelle Isole e un -4% di occupati a Nord-Ovest. La percentuale di coloro che lavorano all’estero si mantiene bassa: l’1,8% del 2020 contro il 3% del 2019.
Uno dei dati più interessanti è, sicuramente, quello relativo alle caratteristiche del lavoro ottenuto dai laureati del Dipartimento di Economia ed Impresa. A prescindere dal tipo di occupazione è, innanzitutto, bene notare che il 46,1% dei laureati giudica la laurea conseguita molto efficace nel lavoro svolto. Quasi la metà degli intervistati, quindi, ha dichiarato che le competenze acquisite durante il percorso universitario sono state loro richieste per poter svolgere l’attività lavorativa.
Con riferimento alla professione svolta, ad un anno dalla laurea la maggioranza dei laureati svolge una professione tecnica (28,6%) o una professione esecutiva nel lavoro d’ufficio (26,2%) o una professione intellettuale, scientifica e di elevata specializzazione (23,8%).
Il contratto a tempo indeterminato riguarda il 22,6% dei laureati impiegati, mentre è più alta la percentuale di impiegati con contratti non standard cioè contratti a tempo determinato, lavoro a chiamata, eccetera: si tratta, addirittura, del 42% tra i laureati magistrali e del 31,3% tra i laureati di primo livello.
Per quanto riguarda il settore di attività, una percentuale molto alta di laureati in economia, l’87,5%, lavora nel settore pubblico, l’11,3% nel settore privato e l’1,2% nel non profit.
Infine, il ramo d’attività economica dove si registra maggiore occupazione è quello dei servizi, quindi commercio, credito, consulenza, ecc. In questo ramo lavorano, infatti, l’82,1% dei neolaureati. Il settore dei servizi è seguito da quello dell’industria (13,1%) e dell’agricoltura (4,8%).
Non tutti i neolaureati, però, subito dopo il conseguimento del titolo decidono di entrare subito nel mondo del lavoro. Alcuni, infatti, scelgono di completare la propria formazione grazie a master, stage, scuole di specializzazione, ecc.
Nello specifico, sono i laureati magistrali che tendono maggiormente a partecipare a questo tipo di attività: il 54% di loro, infatti, ha partecipato o sta attualmente partecipando ad uno stage in azienda (25,2%), ad un tirocinio (19,4%) o ad un master di primo livello (l’8,6%).
Sono veramente pochi (l’1%) gli studenti che si dichiarano insoddisfatti del corso di laurea. Il 45,5% ha, invece, affermato di essere decisamente e complessivamente soddisfatto del proprio percorso di studi.
Inoltre, come abbiamo precedentemente accennato, quasi la metà dei neolaureati ritiene la laurea conseguita uno strumento efficace nel proprio percorso lavorativo. Il 41,7% utilizza le competenze acquisite grazie al titolo di studio in misura elevata e, in aggiunta, il 45,8% sostiene che la formazione professionale acquisita all’università sia stata molto adeguata. Solo in pochi casi (il 13,7%), però, la laurea conseguita al dipartimento di economia è richiesta per legge ma, il 40,5% degli intervistati, ritiene comunque che la laurea, anche se non esplicitamente richiesta, sia comunque utile nella propria carriera professionale.
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