Per il presidente della Regione Nello Musumeci, il governo deve trattare la caduta della cenere dell’Etna come un fatto ordinario. Lo ha dichiarato oggi al termine della riunione con il capo della Protezione Civile nazionale Fabrizio Curcio per affrontare l’emergenza vulcanica che va a vanti dall’inizio dell’anno.
“Oggi siamo al 47esimo fenomeno parossistico da febbraio – dichiara Musumeci -, l’Etna non ci dà tregua e sono interessati dalla caduta di cenere diversi Comuni in particolare quelli sul versante Est, Sud e Nord. C’è un aspetto non solo economico, ma anche sociale e sanitario. Ed è per questo che vogliamo coinvolgere la legislazione nazionale perché quello della cenere dell’Etna sia visto come un fenomeno ordinario e non straordinario“.
Finora sul territorio sono state raccolte oltre 300mila tonnellate di cenere. Un fenomeno che, in questo 2021, non cessa di causare disagi e costi aggiuntivi a cittadini e imprese. Di recente, la Sicilia ha ricevuto da Roma 5 milioni per la raccolta e lo smaltimento della cenere dell’Etna, ma l’intervento straordinario è proprio ciò che distingue l’affrontare l’emergenza dalla gestione di una situazione ordinaria.
“C‘è poi una questione strutturale – ha spiegato Curcio, capo della Protezione civile – perché il vulcano è qui, i territori sono qui e non dobbiamo ogni volta immaginare che sia una sorpresa perché il vulcano fa il suo mestiere e noi ci dobbiamo attrezzare in modo strutturale. Capire come intervenire approfondendo tutti i temi che il fenomeno della cenere porta: da quello della salute a quello dell’impiego e dell’utilizzo, la gestione del rifiuto, se è rifiuto. Questo necessita ovviamente una concertazione con i territori e con altri soggetti istituzionali nazionali e con le autorità europee soprattutto per quello che attiene l’utilizzo e i risultati di queste ceneri che hanno interesse in ambito europeo dei rifiuti”.