L’Etna continua a stupire la provincia Etnea. Dopo l’eruzione nelle ore notturne tra il 6 e il 7 luglio, che ha portato non pochi disagi alla città di Catania, la scorsa notte, il vulcano ha dato vita ad una nuova, spettacolare attività, durata a partire dalle 22 fino a poco prima dell’una. L’attività esplosiva del vulcano ha portato, come spiegato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia in un comunicato, alla produzione di “una nube eruttiva che ha raggiunto circa 11.000 m s.l.m.”.
Conseguenza di una così alta nube è stata la “ricaduta di materiale vulcanico sui paesi di Zafferana Etnea (versante E), Fleri (versante SE), Pedara e Cannizzaro (versante S)“. Oltre all’altissima nube eruttiva, l’Etna ha prodotto “una piccola colata lavica dal fianco meridionale del cono del Cratere di Sud-Est, che si è diretta in direzione SO”.
Come spiegato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, infine, al termine dell’attività esplosiva del vulcano l’ampiezza del tremore è andata “in rapida diminuzione pur ancora nella fascia alta. La sorgente del segnale viene localizzata a sud est del Cratere Sudest ad un livello di circa 3000 s.l.m.”, mentre “l’attività infrasonica è rientrata a livelli bassi”.