Il Castello Svevo di Augusta diventerà un museo: di seguito la sua storia ed i lavori di restauro previsti.
Buone notizie per la provincia di Siracusa: il Castello Svevo di Augusta verrà ristrutturato e restaurato. Questo è destinato dall’assessorato dei Beni culturali alla trasformazione in nuova sede museale.
Si prospetta, quindi, una nuova stagione per quello che possiamo considerare il luogo-simbolo di Augusta.
I lavori avranno la durata di due anni al termine dei quali l’edificio potrà tornare ad essere restituito alla comunità di Augusta per la pubblica fruizione.
Gli interventi più significativi riguardano il consolidamento delle fondazioni e delle strutture poste al piano terra nell’ala federiciana, ancora oggi ben visibile e al ripristino delle volte.
Il restauro del Castello inciderà su entrambe le componenti storico-architettoniche: le strutture relative al periodo federiciano e a quello spagnolo. Gli interventi prevedono anche la realizzazione dell’impiantistica e di quanto necessario alla nuova destinazione di spazio museale. Il Castello, attualmente affidato alla Soprintendenza dei Beni Culturali di Siracusa, è stato posto sotto sequestro nel 2016 dalla Procura della Repubblica di Siracusa per lo stato di fatiscenza, abbandono e pericolosità in cui versa.
“Dopo anni di abbandono, comincia oggi una nuova stagione per il Castello Svevo e il territorio di Augusta. Il recupero dell’edificio – sottolinea l’assessore dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà – è un segnale forte e tangibile del Governo regionale di attenzione verso la Città di Augusta e la provincia di Siracusa ed esprime la ferma volontà di recuperare la vocazione culturale di luoghi che hanno in sé una bellezza monumentale, storica e ambientale ineguagliabile.
Il Castello Svevo è un elemento fortemente caratterizzante del patrimonio culturale e identitario di Augusta e la destinazione a spazio museale, in contrapposizione alla chiusura che la fortezza ha avuto nel corso della storia, annuncia un nuovo rinascimento con la volontà di riappropriarsi dello spazio e della storia, nella prospettiva di un recupero della memoria”.
Realizzato da Federico nel 1232 come fortezza, il Castello ha avuto sempre una destinazione difensiva anche in relazione al suo posizionamento sul mare e, usato come presidio militare dagli spagnoli nel XVIII secolo che vi hanno realizzato le possenti mura di confine, è stato destinato da ultimo, e fino al 1978, a carcere.
L’edificio, inibito ai visitatori, si trova in uno stato di generale degrado con notevoli e vistose fratture che ne minacciano la staticità, soprattutto nella parte prospiciente il mare.
Il castello ha subito nel 1680 imponenti opere di fortificazione progettate da Grunemberg con la creazione del fossato, del ponte, dei rivellini di Santo Stefano e di Sant’Anna e dell’opera a corno sull’istmo.
Nel 1693 lo scoppio della polveriera a causa del terremoto creò gravi danni fronteggiati nel XVIII secolo con una prima significativa opera di restauro e consolidamento. Solo nel 1890 il Castello fu dismesso dall’uso militare per essere trasformato in carcere, funzione che ha svolto fino al 1978.
Il terremoto del dicembre 1990 ha inciso, infine sul già precario stato di salute dell’edificio rendendo necessarie azioni di puntellamento.
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