Italia zona arancione? Le varie ipotesi verranno discusse oggi in Consiglio dei Ministri, il consenso delle Regioni però non è unanime.
Italia zona arancione? In attesa del Consiglio dei Ministri, previsto in mattinata nella giornata di oggi, il governo sembra stare valutando l’ipotesi di nuove restrizioni per arginare il dilagare dell’epidemia e, soprattutto, per evitare che le nuove varianti del virus arrivino a costituire un grave pericolo: il governo Draghi sta valutando lo stop allo spostamento tra Regioni fino alla fine di marzo. Il dpcm attualmente vigente scade il 25 febbraio e l’intenzione sembra quella di prorogare lo stop almeno sino al 25 marzo, senza distinzioni tra regioni in fascia di rischio gialla o arancione.
Insieme alla proroga dello stop agli spostamenti tra Regioni, il nuovo esecutivo considera anche l’ipotesi di rendere l’intero territorio nazionale zona arancione, almeno in un primo momento: l’obiettivo è modificare gli attuali parametri di assegnazione dei colori, evitando cambiamenti repentini e continui.
“È necessaria una revisione ed una semplificazione con la contestuale revisione dei criteri e dei parametri di classificazione. Serve un respiro più lungo ed un’analisi approfondita dei luoghi e delle attività, anche in base ai dati di rischio già accertati. Non solo, occorre che le misure siano conosciute con congruo anticipo e tempestività dai cittadini e dalle imprese” afferma il presidente Bonaccini.
La proposta di inserire l’intera Italia entro la fascia di rischio arancione non sembra essere stata accolta con consenso unanime dai governatori delle singole regioni che, avanzando le loro proposte, chiedono misure flessibili in base alla curva epidemiologica regionale e alle condizioni, più o meno gravi, del panorama economico: “Tutte le Regioni hanno richiesto che per i provvedimenti che introducono restrizioni particolari per singoli territori si attivino anche contestualmente gli indennizzi per le categorie coinvolte – continua Bonaccini – sia che si tratti di provvedimenti restrittivi regionali, sia che si tratti di provvedimenti nazionali”
Contrario all’ipotesi anche l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza: “Se n’è discusso. la proposta non era tutti arancione ma, tutti comunque abbiamo dato delle opinioni. Noi abbiamo proposto l’idea di cambiare qualcosa sul meccanismo delle fasce e di evitare di creare una distinzione così netta su alcune attività economiche, soprattutto nell’attività di ristorazione tra la fascia gialla e la fascia arancione”. In base all’ordinanza in esame, la Sicilia, tuttora gialla, tornerebbe nuovamente in zona arancione.
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