Pericolosi assembramenti durante il weekend nelle vie dello shopping, nelle piazze e nei litorali potrebbe far impennare la curva dei contagi. Proprio adesso che la Sicilia, in base ai numeri in calo, potrebbe tornare presto in zona gialla. A lanciare l’allarme è stato il Codacons che, in una nota, ha accusato i comuni di non far adeguatamente rispettare le restrizioni nelle zone di maggior afflusso di persone, minacciando provvedimenti legali.
Catania, weekend di shopping in via Etnea: in Sicilia oltre 500 nuovi positivi
“I Comuni in Sicilia devono istituire il numero chiuso nelle piazze, nei litorali e nelle strade dello shopping o scatterà nei confronti dei sindaci una denuncia per concorso in epidemia”. Ha dichiarato il Codacons, che ha parlato di “assembramenti intollerabili di cittadini e rischi altissimi sul fronte della salute pubblica” nelle principali città della Sicilia durante il finesettimana appena trascorso.
“In diverse città, – continua la nota – nonostante la Sicilia si trova in zona arancione si sono registrati pericolosi assembramenti nelle piazze o lungo le strade e le stesse scene si sono ripetute lungo i litorali, presi letteralmente d’assalto dai cittadini. Si stanno inoltre moltiplicando le feste clandestine organizzate in abitazioni private o locali, eventi che sfuggono al controllo delle forze dell’ordine e rappresentano potenziali focolai di coronavirus”.
Sicilia zona gialla? Cosa può accadere dal 16 febbraio
Non è dunque sufficiente solo emanare decreti con le restrizioni o colorare di arancione la nostra Regione, bisogna far rispettare le norme vigenti: “Per tale motivo – spiega il Codacons – tutti i comuni siciliani devono istituire il numero chiuso presso strade, piazze, litorali e luoghi dove possono registrarsi assembramenti, regolando i flussi in base alla capienza dei luoghi pubblici”.
E conclude dicendo: “i Prefetti devono intervenire per imporre misure tese a garantire sicurezza e salute pubblica e limitare i rischi di contagio, incrementando i controlli sul territorio contro i party clandestini. In caso contrario i sindaci saranno denunciati dal Codacons in Procura per il reato di concorso in epidemia colposa”.