Categorie: Attualità

Contrabbando gasolio tra Sicilia e Calabria: sequestro da 2,5 milioni

Contrabbando di gasolio tra Sicilia e Calabria: ecco cosa hanno scovato i Finanzieri del Comando Provinciale di Messina. Sarebbe scattato anche un maxi sequestro.

Una nuova inchiesta ha permesso di disarticolare un’associazione a delinquere che gestiva contrabbando di prodotti petroliferi tra la Sicilia e la Calabria. Il lavoro dei finanzieri del Comando Provinciale di Messina ha, in particolare, comportato un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 4 persone, oltre 20 perquisizioni ed il sequestro da 2,5 milioni di euro. 
L’indagine è coordinata dalla Procura guidata da Maurizio De Lucia.

Il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria delle Fiamme Gialle e il personale della Dogana hanno scoperto che il gasolio agricolo formalmente destinato agli agricoltori, quindi gravato da un’imposta minore, di fatto arrivava a terzi , prevalentemente autotrasportatori, che, invece, non avevano alcun diritto all’imposta agevolata. Un sorta di “gioco delle tre carte”, in cui il truffato era lo Stato.

Tra il 2017 e il 2019, grazie a false dichiarazioni, il gruppo criminale ha venduto oltre 5milioni di litri di gasolio, che avrebbe dovuto essere assoggettato a maggiore imposta, come se fosse semplice gasolio agricolo. Al centro dell’inchiesta è finita una società siciliana che opera nel settore del commercio all’ingrosso di prodotti petroliferi. Il risparmio di imposta sarebbe stato di 2mln 496.117 euro. I clienti occulti, fondamentalmente autotrasporti, hanno esercitato un’illecita concorrenza sleale rispetto agli operatori “regolari” dello stesso settore, ottenendo uno sconto sull’accisa del 78 % e acquistando il prodotto energetico agevolato a circa 0,80 centesimi al litro.

A gestire questo traffico una società del settore dei prodotti petroliferi, con sede amministrativa a Francavilla di Sicilia e sede legale in provincia di Catania. Il titolare è un 55enne anconetano di origine ma siciliano di adozione, il quale, già colpito da fallimento per altra impresa del medesimo settore e ora posto agli arresti domiciliari, aveva messo a capo della nuova compagnia un prestanome, un siciliano 57enne, destinatario adesso della misura interdittiva all’esercizio degli uffici direttivi di persone giuridiche ed imprese.

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Il braccio operativo era costituito da un materano, attivo a Catania, 44 anni, responsabile dell’approvvigionamento del gasolio presso i depositi fiscali e della predisposizione della documentazione falsa accompagnatoria dei trasporti, i documenti di accompagnamento semplificati, pure lui agli arresti domiciliari; dal barcellonese 46enne titolare di una ditta di commercio al dettaglio di carburanti con sede a Novara di Sicilia, quale ‘procacciatore di’affari’, in quanto incaricato dell’individuazione degli acquirenti e del monitoraggio delle aree scelte per la cessione illecita del prodotto, oggi destinatario della misura interdittiva all’esercizio degli uffici direttivi di persone giuridiche ed imprese

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