La serata di ieri ha visto lโinizio di uno sciopero dei benzinai, una protesta della durata di tre giorni che, spiegano i gestori che giร dalle 19 di ieri sera hanno chiuso i battenti (a partire dalle 22 sono state chiuse anche le stazioni di rifornimento lungo le autostrade), trova le proprie ragioni nella โdecisione del Governo di estromettere le piccole imprese di gestione dai benefici giร previsti dai cosiddetti Decreti Ristoriโ. Questo quanto dichiarato in una nota congiunta delle Organizzazioni di categoria Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio.
Lo sciopero coinvolgerร gli impianti di rifornimento carburante della rete ordinaria, chiusi dalle ore 19 del 14 dicembre alle ore 15 di giorno 16 dicembre, e le aree di servizio della viabilitร autostradale e assimilabili, dalle ore 22 di giorno 14 dicembre alle ore 14 del 16 dicembre.
โLโestromissione della categoria viene confermata da una dichiarazione, dellโOn. Morani, Sottosegretaria al Mise, che a nome del Governo intenderebbe rimandare i necessari interventi concreti ed urgentissimi a sostegno delle piccole imprese dei Gestori ad un โtavolo per la riforma del settoreโ di cui si favoleggia da decine di anni inutilmente ed a prossimi provvedimenti (il cosiddetto ยซfondoneโ) che, nella migliore delle ipotesi, vedrebbero le prime bozze non prima della primavera prossima inoltrataโ affermano le associazioni dei benzinai.
Conclude poi la nota: โSi tratta di mere intenzioni che suonano come una beffa alle orecchie di una categoria di lavoratori che ha garantito lโesercizio del pubblico servizio essenziale per la comunitร dallโinizio dellโemergenza pandemica, assumendo lโonere di costi sostanzialmente insopprimibili, pur dovendo lamentare una caduta verticale dei volumi di vendita che attualmente si aggirano intorno al 60% sulla viabilitร ordinaria ed allโ80% su quella autostradale, dove peraltro il servizio deve essere garantito h24 e 7 giorni su 7. Lโindifferenza mostrata dal Governo sta spingendo le piccole imprese dei Gestori ad una crisi economica e di liquiditร che costringerร giร nei prossimi giorni a chiudere progressivamente le attivitร , che oggi assicurano lโimpiego di oltre 100.000 addetti in tutta Italia, per lโimpossibilitร di approvvigionarsi di pdarodottiโ.