Salvo Pogliese, sindaco di Catania, avrebbe ottenuto la sospensione del provvedimento con cui era stato allontanato dalla carica di primo cittadino per 18 mesi.
L’attuale sindaco di Catania, Salvo Pogliese, verrà reintegrato nella sua carica dopo aver vinto il ricorso contro la sospensione da sindaco. Pogliese era stato condannato il 24 luglio nell’ambito dell’inchiesta “Spese Pazze“ a una sospensione dalla carica della durata di 18 mesi, per effetto della legge Severino. A partire da fine luglio, ad assumere la carica di sindaco facente funzioni è stato l’attuale vice, Roberto Bonaccorsi.
Il sindaco catanese sarebbe stato dunque reintegrato e gli atti trasmessi alla Corte costituzionale. Nella tesi difensiva del primo cittadino sarebbe stato stato contestato un vizio di “incompetenza ed eccesso di potere” nell’applicazione della legge Severino, che, secondo i legali, “si limita ad attribuire al Prefetto il potere di disporre il solo accertamento delle cause di sospensione”.
Il tribunale di Catania avrebbe quindi sospeso il provvedimento di sospensione, ritenendo la questione di illegittimità costituzionale non manifestamente infondata. In attesa di ulteriori pronunce, dunque, il primo cittadino etneo tornerà ad assumere la sua carica.
“Con il cuore colmo di gioia e di emozione vi annuncio che questa mattina sono stato reintegrato nella carica di Sindaco – annuncia Pogliese su Facebook -. Il tribunale di Catania ha infatti riconosciuto la fondatezza della questione di legittimità costituzionale relativa all’applicazione della legge Severino, sollevata dai miei legali, demandandone la risoluzione alla Corte Costituzionale. Ringrazio tutti coloro che in questi mesi mi sono stati sinceramente vicini in un momento difficile della mia vita e gli avvocati Eugenio Marano, Claudio Milazzo e Felice Giuffrè.
Adesso tornerò a servire la mia città – conclude – , con lo stesso entusiasmo, la stessa passione, la stessa determinazione che avevo quando nella primavera del 2018 decisi di rinunciare a un comodo seggio da europarlamentare, alle indennità e alle immunità previste da quel ruolo, per servire una Catania sofferente e prossima al dissesto. Lo farò con ancora più determinazione di allora, perché la mia scelta è Catania”.
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