Una giornata tipica in ospedale si apre con la chiamata dei parenti al personale sanitario. Quest’ultimi cercano di dare conforto ai cari del positivo ricoverato, aggiornandoli una volta al giorno sulle situazioni di salute del paziente. Ogni telefonata si conclude con un “ci sentiamo domani“. Questa è la routine che appare in un video realizzato da Repubblica all’ospedale Garibaldi di Catania. La struttura sanitaria è al completo e la situazione è più drammatica rispetto a quella affrontata durante il periodo di marzo-aprile.
“Questa seconda ondata è più impegnativa della prima – ha dichiarato Daniela Di Stefano, Direttrice del reparto rianimazione del Garibaldi -. Nei mesi di marzo-aprile non abbiamo mai avuto un carico di pazienti tale. Mai visti venti pazienti ricoverati in contemporanea nello stesso reparto. L’età oscilla dai 40 ai 90 anni. Abbiamo notato che rispetto alla prima ondata l’età si è fortemente abbassata”. Il più giovane paziente ricoverato è un ragazzo di 31 anni, che ha manifestato i primi segnali di insufficienza respiratoria. Ma il Coronavirus ha stravolto anche la vita dei medici: “Anche noi medici evitiamo i contatti con i nostri parenti – continua la direttrice-, viviamo piuttosto in isolamento nelle nostre case”.
Questa seconda ondata è destinata a durare più della prima. Il Direttore del reparto Malattie infettive, Bruno Cacopardo mette in guardia sui prossimi giorni e su quello che dobbiamo aspettarci: “La curva è ascendente ma non è vicina al picco che è previsto secondo un’analisi dei dati verso la fine del mese e l’inizio di dicembre. Graficamente non sarà un picco a punta, ma che si manterrà costante e poi inizierà a scendere”.