Fondi e borse di studio aggiuntive ai corsi di dottorato che le Università siciliane hanno bandito per l’anno accademico 2020/2021.
Sono 49 in tutto le borse di studio regionali per la frequenza di corsi di dottorato di ricerca finanziate con 3 milioni di risorse del Fondo sociale europeo. Si tratta di un intervento che destina, grazie a fondi della programmazione PO FSE 2014-2020, borse di studio aggiuntive, ciascuna del valore complessivo di circa 60 mila euro e di durata triennale, ai corsi di dottorato che le Università siciliane hanno bandito per l’anno accademico 2020-2021. Dopo avere raccolto le proposte progettuali a seguito del bando dell’Avviso 37\2020, il Dipartimento istruzione dell’Assessorato regionale all’istruzione e alla formazione professionale ha stilato la graduatoria definitiva dei corsi ammessi a finanziamento, ripartendo i fondi agli Atenei in proporzione al numero degli iscritti. Sono 18 le borse finanziate all’Università di Catania, 18 all’Università di Palermo, 10 all’Università di Messina, 2 all’Università della Kore di Enna e 1 alla Lumsa di Palermo.
Tra i corsi di dottorato finanziati compaiono nuove discipline come le neuroscienze, la biomedicina traslazionale, le biotecnologie, la bioingegneria applicata alle scienze mediche, le nanotecnologie ma anche discipline più tradizionali come le scienze umanistiche, la fisica, l’informatica o le scienze dell’interpretazione. Nell’ambito del dottorato i laureati svolgeranno anche un periodo di ricerca all’estero, variabile da tre a sei mesi, per favorire i processi di internazionalizzazione degli studi.
“Tre milioni di euro dal Fondo sociale europeo, 49 borse di dottorato aggiuntive a quelle ordinarie- ha affermato Roberto Lagalla, assessore regionale all’Istruzione e alla Formazione professionale – che la Regione siciliana ha messo a disposizione degli Atenei dell’isola per potenziare l’offerta accademica di terzo livello che guarda alla specializzazione e all’innovazione, alla valorizzazione dei saperi e delle competenze trasversali”. “Ad ogni corso di dottorato corrisponde anche un’esperienza di lavoro e di studio all’estero variabile da 3 a 6 mesi. I giovani – ha proseguito Lagalla – devono prendere il valore di queste nuove forme educative soprattutto quando vogliono guardare alle sollecitazioni di un mondo che cambia e affrontare la sfida della propria esistenza con un bagaglio di competenze adeguato e all’altezza dei tempi”.
Fabio Galvano, professore ordinario di alimentazione e nutrizione umana all’Università di Catania e delegato del Rettore ai dottorati la definisce un’iniziativa “pregevolissima” della Regione siciliana e del Fondo sociale europeo.
“Il dottorato – ha detto Galgano – è un momento estremamente qualificante per un giovane che può acquisire conoscenze successive alla laurea per procedere con la carriera universitaria o per trovare impiego in azienda o in altre strutture lavorative. In Europa uno studente con il dottorato trova lavoro più facilmente e, grazie a questo titolo, viene anche retribuito di più. Auspichiamo che, anche grazie a questo strumento, l’Italia e la Sicilia possano allinearsi al trend europeo”.
“A Palermo quest’anno c’è stato un forte incremento di partecipazione ai bandi di dottorato – ha detto Fabio Mazzola, pro Rettore vicario dell’Università di Palermo -. Sono arrivate oltre 1.200 domande per 23 corsi, di cui circa il 40% da parte di studenti stranieri. Il dottorato offre la possibilità di fare rientrare, per una ulteriore formazione, tanti talenti che hanno conseguito la triennale in Sicilia e che poi hanno scelto di conseguire la magistrale in un’altra sede, generalmente nel nord Italia”.
“Nel mio ruolo – ha spiegato Giovanna Spadari, pro Rettrice al welfare e alle politiche di genere di Ateneo dell’Università di Messina – vorrei sottolineare la grande attenzione ai temi di genere: a parità di punteggio si finanzia la borsa per il dottorando donna anche se il suo reddito è superiore ma non oltre il limite del 5 per cento. Nei criteri di selezione, inoltre, si dà valore ad iniziative volte alla tutela di parità di genere come tutte le azioni intraprese, durante il periodo di formazione, volte alla conciliazione dei ritmi di studio con i ritmi di famiglia o un’attività di monitoraggio sui bisogni delle giovani dottorande”.
“L’avviso 37 – ha sottolineato il professore Raffaele Scuderi coordinatore dottorato di ricerca in Scienze economiche, aziendali e giuridiche per Unikore – è una iniziativa della Regione Siciliana che, sfruttando i finanziamenti del Fondo sociale europeo, intende coinvolgere gli Atenei, specialmente quella porzione di formazione degli Atenei destinata all’alta formazione. Il confronto con gli Atenei stranieri è diventato forte un pò per tutti i saperi: quindi dare ai dottorandi la possibilità di confrontarsi con delle realtà internazionali non può far altro che favorire quella commistione con i loro studi aumentando la qualità delle loro ricerche”.