Il Coronavirus non cessa la sua corsa in Italia, entrando così in fase acuta. Questo è quanto si legge dal monitoraggio settimanale del Ministero della Salute – ISS, che osserva anche “evidenze di criticità nei servizi territoriali ed aumenti nel tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva e area medica che rischiano, in alcune Regioni/PA, di raggiungere i valori critici nel prossimo mese”.
Con l’impennata dei casi di questi giorni, con numeri da record nella giornata di ieri, anche l’indice di contagio Rt è aumentato, arrivando ad un valore di 1,17, calcolato sui nuovi casi con sintomi tra il 5 e l’11 ottobre. Il monitoraggio, dunque, afferma con certezza che “il virus oggi circola in tutto il Paese”, con 16 regioni e due province autonome (Trento e Bolzano) con valore RT sopra l’1. Tra di queste, l’indice da record lo hanno la Valle d’Aosta con 1.53, il Piemonte con 1.39, infine la PA di Bolzano con 1.32.
Sono solamente tre, invece, le regioni italiane con valori Rt pari o al di sotto dell’1: la Basilicata (1), la Calabria (0.94), infine il Molise (0.83). Secondo il monitoraggio, infine, sono dieci le regioni ad alto rischio di tenuta delle terapie intensive: Liguria, Puglia, Lombardia, Emilia Romagna, Campania, Abruzzo, Valle d’Aosta, Umbria, Toscana, Sardegna. Questi territori, già dal prossimo mese, potrebbero infatti superare la pericolosa soglia del 30% di pazienti Covid ricoverati in terapia intensiva. Liguria e Lombardia sarebbero, in questo senso, le regioni più interessate da questo grave rischio.
Ecco perché, nel documento, l’ISS invita le Regioni a “realizzare una rapida analisi del rischio, anche a livello sub-regionale”, così da valutare “il tempestivo innalzamento delle misure di contenimento e mitigazione nelle aree maggiormente affette”, per evitare “un aggravio del lavoro dei servizi territoriali che potrebbe riflettersi in breve tempo in un sovraccarico dei servizi assistenziali“.
L’ISS, inoltre, chiede ancora una volta alla popolazione italiana “di rispettare con coscienza e precisione tutte le norme di precauzione previste”, tra le quali il distanziamento interpersonale e il corretto utilizzo delle mascherine, e di “evitare quanto più possibile situazioni che possano favorire la trasmissione quali aggregazioni spontanee e programmate per evitare un ulteriore peggioramento che potrebbe richiedere restrizioni territorialmente diffuse”.