Sembra che si stia scrivendo un lieto fine per le tanto attese lauree abilitanti. Il Ministro dell’Università e Ricerca, Gaetano Manfredi, aveva già espresso lo scorso giugno la volontà di voler lavorarci su, per ridurre le distantza tra mondo accademico e quello del lavoro. Spesso, infatti, i neolaureati, vengono esclusi dal mondo del lavoro perché non sono abilitati. Talvolta, l’abilitazione è un iter dai tempi lunghi, che rallenta l’inserimento dei giovani nel settore occupazionale prescelto dai propri studi. In un momento storico come quello della pandemia, che ha fermato gran parte delle attività economiche o ha richiesto tempestività e personale in alcuni settori soprattutto in quello medico, la laurea abilitante sarebbe una riforma cardine per l’università italiana.
In un’audizione in commissione, il Ministro ha rivelato a Gabriele Toccafondi, ex sottosegretario al Ministero dell’Istruzione durante lo scorso governo, che si sta lavorando per accelerare i tempi e raggiungere questo obiettivo. “Manfredi ci ha confermato che porterà a breve in Consiglio dei ministri un disegno di legge sulle lauree abilitanti – ha scritto Toccafondi –. Parliamo di professioni sanitarie e non solo, con accordi con gli ordini professionali, ma un percorso così avvicinerà tanti ragazzi al mondo del lavoro attraverso tirocini svolti all’interno del percorso formativo e facendo coincidere l’esame di laurea con quello di abilitazione. Con un risparmio di tempo di uno ma in alcuni casi anche due anni. Si tratta di un’occasione per tanti ragazzi che studiano ma una volta laureati vorrebbero subito mettersi alla prova senza ulteriori passaggi, esami, tirocini gratuiti “.