Le istituzioni invitano a usufruire del maggior numero di dosi di vaccini antinfluenzali che verrà presto messo a disposizione. Solo una ridotta parte di questi, tuttavia, sarà messa a disposizione delle farmacie.
Più dosi di vaccini antinfluenzali per il prossimo inverno, ancora assai incerto a causa del Coronavirus. Si prevede, infatti, l’arrivo di 17 milioni di dosi, contro i 10 milioni dello scorso anno.
L’appello delle istituzioni è proprio quello di vaccinarsi contro l’influenza stagionale per alleviare il prevedibile carico del servizio sanitario nazionale e evitare quanto più possibile l’incubo dei “sintomi confondenti”, ossia trovarsi con milioni di persone febbricitanti e bisognose di tampone, per poi scoprire di avere una semplice influenza.
Ma il paradosso, denunciano le associazioni di categoria dei farmacisti, è che di questa dotazione ingente solo l’1,5%, pari a circa 250mila dosi, arriveranno in farmacia e saranno acquistabili dai privati. Paradosso perché l’appello degli esperti è rivolto anche a chi non appartiene alle categorie a rischio, ossia non soffre di malattie croniche e ha meno di 60 anni.
“È la parte attiva e produttiva della società – sottolinea all’AGI Marco Cossolo, numero uno di Federfarma– che per il vaccino dovrà venire in farmacia, con il rischio concreto di non trovarlo. Sono lavoratori, altrettanto importanti dei soggetti fragili”.
Di fronte alla ripartizione delle quote stabilita dalla Conferenza Stato-Regioni, i farmacisti hanno rimarcato che l’indisponibilità di vaccini in vendita nelle farmacie per le persone che desiderano evitare la malattia influenzale e che non appartengono a categorie a rischio, potrebbe indurre allarme sociale e vanificare gli sforzi di sensibilizzare la popolazione sull’importanza della vaccinazione quale strumento efficace di prevenzione, lanciando un messaggio contraddittorio.
“Le Regioni temono che il totale non sia sufficiente – spiega Cossolo – e quindi si tengono la stragrande maggioranza delle dosi per i soggetti fragili. Il principio è giusto, ma credo che quasi 17 milioni di dosi alla fine siano sufficienti. Di sicuro 250mila per i soggetti attivi sono troppo poche, ne servirebbero oltre un milione”.
È previsto, comunque, un nuovo incontro con il ministro della Salute Roberto Speranza che Cossolo ha ringraziato per aver compreso che le richieste avanzate non hanno intenti polemici ma sono avanzate con spirito costruttivo, numeri alla mano. Di certo l’obiettivo prioritario è alzare di molto la copertura vaccinale: se l’obiettivo minimo è il 75% e il target ottimale è al 95, l’anno scorso si è vaccinato solo poco più della metà degli over 65, il 54,6%.
È l’auspicio che questa percentuale aumenti (peraltro da quest’anno, come detto, la soglia è stata abbassata a 60 anni), insieme all’appello alle categorie non a rischio a scegliere la vaccinazione, che ha fatto salire il quantitativo di dosi previsto. La campagna vaccinale partirà intorno a metà ottobre, ma la vaccinazione sarà ovunque facoltativa tranne nel Lazio, che con un’ordinanza del presidente Zingaretti l’ha resa obbligatoria (atto confermato dal Tar che ha respinto una richiesta di sospensiva avanzata dal Codacons).
Usufruiranno del vaccino gratuito gli over 60, persone con determinate patologie e lavoratori essenziali, come quelli impiegati nella sanità. Per chi vorrà comunque vaccinarsi, a patto di trovare una dose disponibile, si potrà andare in farmacia, con un costo di circa 20-25 euro al massimo.
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