A partire dall'anno accademico 2020/2021, diventa operativa la decisione dell'Università di Catania di anticipare la quota di 200 euro per gli studenti irregolari. La scelta dell'ateneo ha alzato un vespaio di polemiche sulla questione, specialmente una volta usciti da lunghi mesi di confinamento nazionale. A LiveUnict una lettera di denuncia da parte di uno studente che avrà, come molti, difficoltà nel pagamento di questo contributo.

Diventa effettiva a partire dall’anno accademico ormai imminente la nuova misura introdotta dall’Università degli studi di Catania che cambia la scadenza del contributo minimo di 200 euro per gli studenti irregolari. Non si tratta tuttavia di una tassazione extra, bensì dello stesso contributo minimo obbligatorio richiesto agli irregolari che entro il 10 agosto non hanno conseguito i crediti sufficienti per accedere al nuovo anno accademico, come previsto dal loro corso di studio.
Tuttavia il contributo, negli anni precedenti, era da versare entro il 10 febbraio, data che è stata anticipata dall’anno scorso al 31 dicembre. L’Università di Catania aveva già reso noto che, dall’anno accademico 2020/2021, il pagamento della quota sarebbe stato anticipato. Così quest’anno, al momento dell’iscrizione al nuovo anno accademico, lo studente “irregolare” dovrà pagare 356 € a fronte della normale quota di 156 € prevista.
La misura, nonostante fosse stata preventivamente annunciata dall’ateneo catanese, è stata recepita dagli studenti soltanto di recente, quando è apparsa sul portale studenti la voce “codice contributo prima rata” che ammonta proprio a 200€ e ha destato non poche perplessità. Considerando i mesi di confinamento nazionale che hanno gravato sulla situazione economica di molte famiglie, non risulta facile pagare tale quota.
Il peso della decisione presa dall’ateneo ci viene testimoniata anche da una segnalazione pervenuta alla nostra redazione:
“Carissima LiveUnict, scrivo questa lettera per denunciare un altro fatto inammissibile. Due settimane fa casualmente noi ‘fuori corso’ apprendiamo che il 12 ottobre dovremmo pagare 356 euro. Il senato e il Magnifico Rettore hanno deciso di inserire 200 euro di contributi all’università nella tassa di iscrizione. Essere fuori corso è diventata una nostra colpa, noi siamo fuori legge, noi esistiamo solo per le tasse. È assurdo tutto ciò, assurdo perché non si possono sapere le motivazioni di un fuori corso, dietro ad un ritardo possono esserci molte cose… Io ho 39 anni, ho lottato contro dei carcinomi, ho dovuto affrontare delle battaglie dure… Ed ora? Forse non potrò iscrivermi – denuncia – perché non so come pagare 356 euro, non ho il paparino che sborsa… Nessuno di noi ha detto che non vuol pagare, abbiamo chiesto solamente di pagarli rateizzati a gennaio/febbraio come abbiamo fatto fino ad ora. Il nostro diritto allo studio deve essere salvaguardato, la tassa di iscrizione deve esser uguale per tutti.
Abbiamo inviato una mail al rettore, abbiamo firmato una petizione ma nulla… Solo silenzio. Dov’è finito il nostro diritto allo studio? Non siamo tutti uguali?”
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