La media dell'indice contagi a livello nazionale si attesta sopra l'1, ma viene calcolata sui casi sintomatici. Il commento degli esperti dell'Iss.
Malgrado la crescita dei contagi nell’ultimo periodo, si abbassa l’indice Rt della Sicilia, passando dallo 0,99 della settimana scorsa allo 0,82 di quella attuale, scendendo così sotto il livello di allerta. La media nazionale al riguardo, invece, è pari a 1,18.
Questo, invece, l’indice dei contagi delle varie regioni italiane nel dettaglio, con quattro che superano la soglia d’allerta, pari a 1: Abruzzo: 1.14; Basilicata: 0.02; Calabria:0.66; Campania: 1; Emilia Romagna: 0.97, Friuli Venezia Giulia: 1.18; Lazio: 0.76; Liguria: 0.92; Lombardia: 0.89; Marche: 0.78; Molise: 0.24; Provincia autonoma di Bolzano: 0.71; Piemonte: 0.9; Provincia autonoma di Trento: 0.78; Puglia: 1.08; Sardegna: 0.82; Sicilia: 0.82 ; Toscana: 1.05; Umbria: 0.92; Valle d’Aosta: 0.22; Veneto: 0.87.
I dati considerai finora fanno riferimento alla settimana 24-30 agosto e sono aggiornati all’1 settembre. La media nazionale, superiore a 1 malgrado siano solo 4 le regioni con un indice al di là della soglia d’allerta, è calcolata sui casi sintomatici di contagio. “Questo indica – sottolineano gli esperti dell’Iss – che, al netto dei casi asintomatici identificati attraverso attività di screening/tracciamento dei contatti e dei casi importati da stato estero, vi è stato un aumento del numero di casi sintomatici contratti localmente e diagnosticati nel nostro Paese”.
Allo stesso tempo, l’Istituto superiore di sanità ribadisce che l’indice di trasmissione nazionale va interpretato con cautela in questo particolare momento dell’epidemia. Infatti, Rt calcolato sui casi sintomatici, potrebbe sottostimare leggermente la reale trasmissione del virus a livello nazionale. L’età media dei contagi, invece, è di 32 anni, di poco più alta di quella della settimana scorsa.
“I casi di Covid-19 in Italia aumentano per la quinta settimana consecutiva e l’Rt si assesta di poco sopra di 1 – commenta il professore Giovanni Rezza, direttore Generale Prevenzione del ministero della Salute -. Ci sono molti focolai in diverse regioni italiane la maggior parte dei quali sono causati da rientri da aree turistiche.
Aumenta – spiega – di poco il carico ospedaliero e soprattutto non vediamo una congestione né a livello delle strutture sanitarie né delle terapie intensive. Del resto l’età delle persone colpite è intorno ai 30 anni, quindi piuttosto giovanile. Data la situazione bisogna continuare ad avere comportamenti prudenti, evitare assembramenti, mantenere il distanziamento fisico, lavarsi frequentemente le mani, usare le mascherine in luogo pubblico”.
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