Google Career Certificate è il nuovo programma di alta istruzione online lanciato dal colosso di Mountain View, che promette di rivoluzionare il mondo dell'istruzione online. Ecco i primi dettagli su come funzionerà.
Durano sei mesi, offrono una formazione di alto livello in svariati ambiti tecnologici richiesti dall’azienda e potrebbero costare poche centinaia di euro. Sono i nuovi Google Career Certificate, un programma di istruzione superiore lanciato dal colosso di Mountain View che promette di entrare presto in competizione con la formazione universitaria statunitense e forse, in futuro, anche quella europea.
L’annuncio è stato dato da poco dalla stessa azienda americana e in cinque punti se ne sintetizzano le caratteristiche principali: durerà all’incirca sei mesi, non viene richiesta un’esperienza pregressa, è completamente sviluppato da Google, offrirà borse di studio e premi per gli studenti e verrà tenuto su Coursera.
Google ne parla come di un sentiero al mercato del lavoro e nella pagina dedicata vengono indicati i corsi che a breve saranno disponibili per prepararsi alle professioni di: Data Analyst, Project Manager e UX Designer. Già attivo, invece, il corso per IT Specialist. I corsi Google mirano quindi a un rapido inserimento nel mondo del lavoro, tanto che, dopo una breve descrizione delle professioni a cui preparano, “Big G” entra subito nel vivo e parla chiaramente dello stipendio medio annuale, variabile dai 54 mila dollari ai 93 mila per le professioni più richieste.
Un altro dei punti su cui sembra voler fare leva Google è il fatto che non è necessaria una laurea per partecipare. “Nessun diploma o esperienza pregressa è richiesta – si legge nella descrizione del corso per IT Specialist – il 61% dei partecipanti non ha una laurea“. Inoltre, l’azienda ha comunicato che accetterà i suoi certificati al pari della laurea stessa. “Oggi Google — ha scritto il vicepresidente Kent Walker su Twitter — ha lanciato un nuovo programma per nuovi lavori digitali per aiutare gli americani a tornare al lavoro, per rompere le barriere educative dando priorità alle competenze, supportando la cura dell’economia del Paese”.
Molti approvano l’iniziativa, ritenendola un modo per stimolare gli atenei a svecchiarsi e a puntare su una formazione più innovativa. D’altro canto, gli scettici già si chiedono: può un corso di pochi mesi sostituire o essere paragonabile a un’istituzione universitaria?
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