Dopo lo stop voluto dal governo, i gestori non ci stanno e si preparano alla battaglia legale per poter dimostrare la loro buona fede nel rispetto delle normative vigenti anti covid.
Subito dopo ferragosto, anche in virtù dell’aumento dei contagi soprattutto tra i giovani, il governo ha imposto lo stop alle discoteche ed ai locali da ballo e simili, per cercare di evitare assembramenti e nuovi focolai di contagio. Ma i gestori non ci stanno e non vogliono passare come capro espiatorio della vicenda. Sarebbero pronti, infatti, a fare ricorso al Tar del Lazio contro questa decisione.
Il presidente del Siib, l’associazione che riunisce i proprietari di locali da intrattenimento e da ballo, Maurizio Pasca ha già dichiarato la sua contrarietà al provvedimento perché “hanno colpito noi, quando la movida è anche al di fuori dei locali. Si guardi che succede negli stabilimenti balneari e sulle spiagge, è evidente che il problema non sono i locali da ballo“.
Già oggi dovrebbe avvenire un incontro tra lo stesso sindacato dei gestori di discoteche e locali da ballo ed il ministro per lo sviluppo economico Stefano Patuanelli, in cui verrà ribadita la contrarietà al provvedimento e il non voler passare per il capro espiatorio della situazione, dato che ci sono molte altre situazioni potenzialmente a rischio che non risultano siano state vietate o limitate dal provvedimento del 16 agosto.
Col ministro verrà affrontato pure il discorso legato ai rimborsi decisi dal governo dopo lo stop del ministro Speranza, e legato sempre alla chiusura delle discoteche, e verranno esposte pure le ragioni del ricorso al Tar del Lazio che il Siib ha presentato per cercare di riaprire.
Nel frattempo l’opinione pubblica e anche la politica sono divisi in due tra chi pensa che con la chiusura delle discoteche non cambi molto, e chi pensa che il provvedimento sia necessario. Daniela Santanchè, per esempio, ha dichiarato che “non chiudo la mia discoteca: è un provvedimento senza senso“. Ma dall’altra parte ci sono diverse ragioni, come ci ricorda il dottor Andrea Crisanti, ordinario di microbiologia all’Università di Padova che ha dichiarato: “Penso che sia un provvedimento coraggioso e coerente che sicuramente dà un segnale ai giovani. Penso abbia anche un impatto sulle trasmissioni perché le discoteche sono un luogo in cui sicuramente è favorita la diffusione del virus, perché si entra involontariamente in contatto con persone che non si conoscono“.
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