Tutto quello che c'è da sapere sul riscatto di laurea agevolata e gli effetti futuri sull'uscita dal mondo dal lavoro e sul calcolo della pensione. In alcuni casi è davvero conveniente, in altri non ci sono vantaggi ma solo penalizzazioni.
Il riscatto laurea è uno degli strumenti che consente ai lavoratori di poter anticipare l’uscita dal mondo del lavoro grazie agli anni di Università, i quali vengono conteggiati a fini pensionistici. Ad aumentare l’interesse, il fatto di poterla ottenere con un costo ragionevole e non troppo eccessivo, fa gola a molti.
Però non conviene a tutti riscattare la laurea, perché non sempre aiuta ad uscire dal mondo del lavoro in anticipo e alcune volte il riscatto abbassa la futura pensione addirittura. Infatti il rischio è quello di spendere molti soldi per il riscatto per poi andare in pensione alla stessa età anagrafica fissata dalla legge per esempio, o di avere una pensione più bassa di quella che si sarebbe ottenuta lavorando fino a raggiungere il massimo dell’età.
Attualmente, i limiti fissati per la pensione sono aver raggiunto almeno 67 anni di età oppure 41/42 e 10 mesi di contributi versati, in caso di uscita anticipata. Il sistema attuale con cui viene calcolata la pensione, invece, è quello contributivo. Con il riscatto agevolato o light, i costi si abbassano rispetto alla procedura normale. Difatti, un lavoratore dipendente con uno stipendio annuo lordo di 30.000 €, riuscirebbe a pagare per il riscatto di laurea circa il 50 % in meno con la procedura agevolata.
Dovrebbe comunque spendere una cifra importante, perché costa 21.056 € per una laurea quadriennale, 26.320 € per una laurea quinquennale. C’è la possibilità di rateizzare l’intero importo, cosa che può aiutare nel riscatto laurea. Uno dei fattori da analizzare è il tempo, cioè se alla fine si riesce ad anticipare l’uscita dal mondo del lavoro.
Ad esempio, chi ha iniziato a lavorare a 30 anni, raggiungerà il massimo dei contributi a quasi 73 anni e riscattando 4 o 5 anni potrebbe anticipare il pensionamento a 68-69 anni, che vanno oltre il requisito dell’età che è fissato a 67 anni e quindi il riscatto per l’anticipo è del tutto inutile. L’unico vantaggio è l’aumento dell’assegno pensionistico, escluso invece nel procedimento light.
Il discorso riscatto laurea cambia per chi ha iniziato a lavorare prima, a 23 anni. In questo caso con il massimo dei contributi versati si arriva a circa 66 anni di età per poter andare in pensione, e con il riscatto si anticipa a 62 anni che è in anticipo di 5 anni rispetto al limite di età massima per lavorare che è fissato a 67 anni attualmente. Sicuramente, in questo caso, c’è un’uscita anticipata.
Col riscatto light però si dovrà rinunciare al sistema misto (retributivo fino al ’96/contributivo per gli anni successivi) per il calcolo della pensione e si passerà senz’altro al contributivo, con le relative penalizzazioni e il ricalcolo dei contributi che molto probabilmente abbasseranno la futura pensione.
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