Adriana, 23 anni, studentessa dell’Università degli Studi di Foggia, ha ricevuto due grandi doni nello stesso giorno: il 110 e lode che l’ha incoronata dottoressa e la presenza imprescindibile della sorellina di cui si prende cura.
Da una settimana infatti Adriana sta assistendo la sorella Sara, di 14 anni, affetta da una malattia degenerativa che la costringe a letto. Racconta la neolaureata a Repubblica: “Sono io la sua accompagnatrice e di fatto sono ricoverata con lei. I miei genitori sono a Milano con noi, ma per le precarie condizioni di salute di mia madre abbiamo preferito che la seguissi io durante il ricovero“. Tutto ciò perché le nuove disposizioni anticontagio prevedono che in ospedale per i degenti ci sia un solo accompagnatore. Sara è ricoverata nell’istituto neurologico “Carlo Besta” di Milano, di fatto insieme alla sorella. Si dà forza contro la malattia grazie alla passione per i social e i libri. La ragazza tiene una pagina Instagram molto seguita chiamata “lasarabook” da 13.500 follower e un blog di lettera “LaLettriceSognatrice”.
“Qualche settimana fa – dice Adriana – ci hanno contattato da Milano per un consulto. Analisi ed esami che si sarebbero dovuti concludere venerdì scorso, 17 luglio, ma che si sono protratti ancora un po’“. La discussione infine è stata programmata per lunedì 20 luglio. “La mia docente ripeteva sempre: le cose non accadono mai per caso. Ed è così. Sara era con me. Non solo, è stata lei ad incoronarmi dottoressa”. Conclude dicendo: “Il mio più grande rammarico per la mia laurea sarebbe stato la sua assenza. Sara è allettata e di fatto non avrebbe potuto assistere alla mia seduta“.
“Lei era lì che mi guardava con gli occhi gonfi di lacrime – racconta Adriana –. Era carica, emozionata più di me. Poi ci siamo abbracciate fortissimo“. Sul portale dell’università erano connessi ovviamente anche i genitori di Adriana. “Subito dopo aver sentito le persone che mi mancavano di più: mamma, papà e naturalmente il mio fidanzato, ho festeggiato con i medici del Besta“. I medici hanno avuto un ruolo fondamentale per la ragazza: “I dottori hanno sospeso per qualche ora le cure di Sara, mi hanno aiutato con la connessione. Ma soprattutto hanno impedito a chiunque di entrare in stanza durante la discussione“.