Oggi ricorre l’anniversario della nascita di Artemisia Gentileschi, una pittrice romana vissuta nel XVII° secolo che è diventata un simbolo di coraggio per tutte le donne che hanno subito violenze. Artemisia, una delle poche donne pittrici nell’ambito dell’arte moderna italiana, era figlia di Orazio Gentileschi, uno dei migliori artisti caravaggeschi italiani. Per celebrarla, Google le ha dedicato il doodle odierno.
Lo stile di Caravaggio, largamente imitato e ripreso, fu ammirato anche da Artemisia Gentileschi, che realizzò opere di tema sacro e profano. La sua grande intraprendenza come donna e artista fu ostacolata da una vicenda spiacevole legata alla sua giovinezza. Infatti, essendo una grande frequentatrice della bottega del padre Orazio e degli artisti che lì lavoravano, Artemisia cadde nelle mire di Agostino Tasso, suo maestro di disegno. L’uomo abusò di lei e la ragazza rivelò il tutto solo un anno dopo, finendo per essere accusata e diffamata. Infatti, il suo lungo silenzio, secondo alcuni, era legato alla falsità dell’accusa che rivolgeva contro Tasso, e al fatto che, un anno prima, lei sarebbe stata consenziente al rapporto.
In seguito a ciò, fu intrapreso un processo che durò diversi mesi, durante i quali furono raccolte diverse testimonianze per provare la colpevolezza dell’uomo. Si pensa che Agostino Tasso abbia perfino cercato di corrompere alcuni dei testimoni per non farsi condannare. Invece, la sentenza lo vide colpevole e il 27 novembre 1612 fu accusato e condannato all’esilio.
Nonostante il felice esito della vicenda, la pittrice risentì molto profondamente del trauma subito, come si può notare da molte delle sue opere, le quali hanno come soggetti delle donne oppresse dalla società maschile, che cercano di reagire ai torti subiti. Il suo stile, improntato tutto sul naturalismo caravaggesco e sull’espressività, la sua tenacia, ne fanno un simbolo per le donne vittime di violenze. Tuttavia, Artemisia è anche l’immagine della donna che si afferma in società, in un mondo lavorativo estremamente patriarcale, qual era l’ambiente pittorico romano del Seicento.