La Commissione Contenziosa del Senato ha annullato la delibera che sanciva i tagli ai vitalizi. La legge europea mette in rilievo cinque procedure non idonee della delibera ed è subito polemica
Vitalizi: lo scorso febbraio era stata proposta l’abolizione delle costosissime “pensioni” di coloro che, dopo aver concluso la loro carica politica, decadono tornando alla loro normale occupazione. Tuttavia, è recente la decisione della Commissione Contenziosa del Senato che dice “no” all’abolizione del vitalizio, suscitando le polemiche degli italiani, nonché di molti personaggi politici.
La notizia è stata annunciata da Maurizio Paniz, un ex deputato che, in veste di avvocato, difende gli interessi degli ex senatori che hanno fatto ricorso, dopo aver saputo la notizia dell’annullamento della delibera. Paniz ha specificato che l’abolizione del vitalizio, essendo stata discussa dai cinque membri della Commissione Contenziosa, ha ricevuto tre voti positivi, rispettivamente, dal presidente Caliedo e dai parlamentari Ballarani e Dalla Torre, ma due negativi, da parte dei parlamentari leghisti Pillon e Riccardi.
Lo stesso Paniz ha mostrato la propria delusione nei confronti della decisione presa, ma ha specificato anche i motivi per cui ciò è successo. Infatti, secondo quanto sancito dalla Corte Costituzionale, in base al diritto dell’Unione Europea, di fronte ad una situazione consolidata, quale era quella dei vitalizi in Italia, la sua eventuale abolizione doveva rispondere a cinque requisiti specifici. Innanzitutto, l’abolizione non deve essere retroattiva, ovvero non riguardare i senatori già entrati in pensione da anni, ma solo quelli che lo sarebbero stati dopo l’emanazione della legge. Il secondo punto non rispettato riguarda la durata del taglio che, in base alla delibera, era sancita come perenne e, invece, non avrebbe dovuto esserlo, per le leggi europee.
Il terzo punto a sfavore della delibera era la sua limitatezza, ovvero il provvedimento doveva essere “erga omnes”, riguardare tutti gli ex politici, non solo gli ex membri del parlamento. Inoltre, la limitazione ai vitalizi doveva riguardare una somma ragionevole degli stessi, invece prevedeva una riduzione dell’8% degli importi. Infine, l’ultimo punto a sfavore della delibera era la poca chiarezza nell’indicare dove sarebbero andati a finire i capitali non utilizzati per i vitalizzi, indicando vagamente un “calderone del risparmio” che alla Corte Costituzionale è sembrato poco chiaro.
La notizia ha suscitato il disaccordo di molti politici, tra cui lo stesso Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. “Davvero c’è qualcuno che pensa ai vitalizi nonostante un’emergenza di questa portata? Senza parole” – ha scritto il Ministro su Twitter -. Chi pensa di gioire non ha capito nulla. Se ci sono interessi da tutelare, sono quelli degli italiani che hanno sofferto gli effetti di questa pandemia. Abbiamo abolito i vitalizi e non abbiamo alcuna intenzione di ripristinarli“, conclude di Maio.
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