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Ognina, com’era e com’è: l’evoluzione del borgo marinaro di Catania

L'antico borgo marinaro di Ognina, considerato uno dei quartieri più belli e caratteristici della città, ha una storia secolare fatta da profondi cambiamenti, miti ed anche disastrose eruzioni.

Questa foto, pubblicata ieri su una pagina Facebook dedicata a Catania,  ritrae Ognina nel 1880. Risulta difficile, però, riconoscere a primo impatto l’antico borgo perché, come si evince dalla foto, esso è stato oggetto di profondi cambiamenti ed evoluzioni che lo hanno reso come noi oggi lo conosciamo. Ripercorriamo brevemente la sua storia.

Ognina o “Lògnina”

Oggi il quartiere di Ognina è totalmente inglobato nel tessuto cittadino della città, ma vi è stato un tempo in cui costituiva un vero e proprio borgo marinaro, completamente indipendente dalla città. È nel medioevo, in particolare, che il borgo cambia aspetto a causa di violente eruzioni. Nel 1160 e nel 1381, infatti, due eruzioni importanti raggiunsero la città di Catania, arrivando sull’antico litorale.

Sull’origine del nome “Ognina” rimane tutt’oggi qualche in certezza ,e sono diverse le ipotesi circa la sua derivazione. Quella più accreditata sembra legare il borgo marinaro, soprannominato con il toponimo “Lògnina” o “Lòngina”, al fiume che fu interamente sepolto a seguito della colata lavica del 1381: il Longàne. Ma, il termine Ognina, può essere associato anche ad altre derivazioni. Il termine “Lògnina”, ad esempio, indicava i porti provvisti di pietre forate utili per l’approdo nei porti delle navi. “Longone” indicava, invece, le bitte d’ormeggio delle banchine portuali. Per questo motivo, il termine “Ognina” è associato anche ad altre località conosciute per le loro attività portuali e marinare. Un’altra ipotesi, poi scartata, assocerebbe infine il nome di Ognina a quello della dea panellenica Ongia.

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Lo sviluppo di Ognina

Il grande sviluppo di Ognina avvenne, in particolare, a partire dal XIX secolo, quando accanto alla già sviluppata attività della pesca, vi si insediarono le industrie dello zolfo, e a seguito di ciò, a partire dal 1830, vennero realizzate le strade che collegavano Catania con la città di Messina, e dopo il 1866 vennero anche costruite le linee ferroviarie che collegavano la città con Caltagirone, collegamento molto importante per il trasporto delle materie prime provenienti dalle zolfatare della Sicilia centromeridionale.

Nel corso del tempo, iniziarono le opere per lo sviluppo edilizio del quartiere, che ebbe un picco nel 1931, quando avvenne la stesura di un piano regolatore generale e periodo in cui cessarono le attività delle industrie dello zolfo. È in quegli anni che l’antico borgo inizia a diventare un vero e proprio quartiere cittadino. Si registrò, inoltre, un ulteriore sviluppo alla fine della seconda guerra mondiale, periodo in cui vennero  installati i bunker e la contraerea dell’esercito tedesco: la zona, infatti, fu duramente colpita dai bombardamenti alleati.

Ma è dopo la seconda guerra mondiale che il quartiere inizia ad assumere la forma che noi tutti oggi conosciamo grazie alla costruzione di imponenti palazzi residenziali, sopratutto nella zona del lungomare.

Il mito di Ulisse e il legame con la Grecia

Il porto di Ognina ha origini antichissime ed è stato costruito dai Calcidesi nel VIII sec. a.C. Esso fu, sopratutto in epoca romana, un importante scalo marittimo, collegamento principale via mare tra Catania e i luoghi dove i prodotti erano destinati. Esso era in grado di accogliere circa 300 navi provenienti da tutto il mondo. Il grande porto di Ulisse è, però, ad oggi sepolto a seguito di un’eruzione e al suo posto è stato costruito il Porticciolo di Ognina.

Il nome del porto è legato al mito di Ulisse. Nell’Odissea si narra, infatti, che Ulisse scelse proprio il porto che costeggiava il litorale catanese per sbarcare con i suoi uomini. 

Esiste, infine, un legame con l’antica Grecia. Pare, infatti che, sulla spiaggia di Ognina sorgesse un tempo un tempio dorico dedicato alla dea Athena Longatis, dea della sapienza e protettrice della battaglie in mare. Il tempio, tuttavia, fu distrutto dai terremoti che colpirono la città nel ‘300. Così gli abitanti vollero la costruzione di un luogo di culto. Ma anche la chiesa  che fu costruita successivamente fu completamente distrutta da un terremoto nel ‘600. Sulle rovine fu edificata una nuova chiesa, conosciuta oggi come Chiesa di Santa Maria di Ognina. 

Carla Gagliano

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Carla Gagliano

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