L'Istituto Superiore di Sanità ha redatto un "Rapporto sulle attività di balneazione" precisando quali debbano essere le modalità tecniche e igienico-comportamentali da adottare in spiaggia, sia presso stabilimenti che presso zone a libero accesso.
Il “Rapporto sulle attività di balneazione in relazione alla diffusione del virus SARS-CoV-2”, pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità, annuncia le linee guida da adottare in spiaggia.
Le indicazioni, prevalentemente a carattere tecnico, riguardano innanzitutto i controlli ambientali (funzionamento dei depuratori, controllo delle acque reflue e degli scarichi illeciti); è possibile inoltre prevedere sospensione, a carattere cautelativo, della balneazione qualora i dati storici di monitoraggio segnalino l’area come interessata, direttamente o indirettamente, dalla presenza di reflui non depurati, scarichi illeciti e/o contaminazione da fosse settiche, che possono influenzare la qualità delle acque nell’area di balneazione.
Da attenzionare, sicuramente, le modalità igienico-comportamentali da adottare, da parte di gestori e bagnanti, negli stabilimenti: al fine di prevenire assembramenti, sarebbe doveroso prenotare l’accesso agli stabilimenti nonché registrare gli utenti, nel rispetto della privacy, così da poter rintracciare eventuali contatti nel caso di possibili contagi.
Percorsi delineati, attrezzature adeguate e cartellonistica, si configurano come strumenti indispensabili per prevenire e controllare i rischi, oltre a rendere noto, anche per utenti di nazionalità straniera, i giusti comportamenti da seguire.
In ogni circostanza, è consigliato tenere la distanza di sicurezza di almeno un metro per utenti non appartenenti al medesimo nucleo familiare. Opportuno anche controllare la temperatura corporea di utenti e personale, con interdizione d’accesso se risulta superiore ai 37,5° C. Disinfettanti e adeguati DPI da utilizzare obbligatoriamente in caso di contatti ravvicinati con bagnanti o attività a rischio.
La sorveglianza, per le zone a libero accesso, risulta molto più precaria. Ci si appella, in queste circostanze, ai sindaci e agli enti locali competenti affinché definiscano attività di vigilanza adeguata.
Restano comunque valide le seguenti indicazioni anche per le spiagge libere:
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