All'interno di una lunga intervista il ministro dell'Università e Ricerca Gaetano Manfredi interviene su rientro negli atenei, test di ammissione, sessione estiva e sul diritto allo studio.
Il ministro per l’Università e la Ricerca Gaetano Manfredi, in un’intervista rilasciata all’Huffington Post, è intervenuto largamente su temi cruciali della vita accademica, quali il diritto allo studio e le regole per gli esami online. Due sono le parole cardine del suo intervento: flessibilità e limitazione del calo degli iscritti.
All’interno dell’intervista il ministro prospetta la possibilità che ci sia un calo degli iscritti all’università il prossimo anno accademico. Tuttavia, l’augurio, naturalmente, è che non sia così. “Le altre crisi economiche hanno sempre avuto un calo delle matricole – dichiara il ministro -. Io mi auguro che questa volta non sia così, o che questo calo sia molto limitato, perché significherebbe che i nostri giovani, le nostre famiglie vogliono scommettere sul futuro. È il miglior segnale che possiamo dare per la ripartenza del Paese. Ce lo auguriamo tutti e ci stiamo lavorando con grande impegno”.
A tal proposito, Manfredi parla di un triplice intervento sul diritto allo studio, che tocca i seguenti tasti: riduzione delle tasse; aumento del fondo per le borse di studio; contributi agli studenti per superare il digital divide. Un intervento che ammonta in totale a 290 milioni di euro. “Riguarda sia le università che l’alta formazione artistica e musicale: i conservatori, le accademie di belle arti”, specifica il ministro dell’Università e della Ricerca.
Il fronte degli interventi sulle tasse toccherà, naturalmente, anche l’Isee universitario. Di solito è basato su redditi di due anni fa, ma la situazione dall’inizio della crisi è radicalmente cambiata per migliaia di famiglie. “Faremo un doppio intervento – specifica Manfredi al riguardo -. Uno di tipo orizzontale, rivolto a tutte le categorie in base all’Isee tradizionale, e uno verticale: daremo un budget alle università che potranno gestire in maniera autonoma”.
Una possibilità prospettata, per esempio, potrebbe essere quella di usare l‘Isee corrente, così da sostenere chi ha avuto cali di reddito significativi nell’ultimo periodo, ma che non sarebbero intercettati considerato il livello di due anni fa.
Le regole prevedono che se la connessione cade durante un esame, questo viene annullato, con grave danno per lo studente. Il ministro, tuttavia, invita a non applicare alla lettera le linee guida. “Sugli esami telematici la considerazione da fare è che dobbiamo avere serietà negli esami, ma questo deve venire da una fiducia biunivoca – spiega il ministro -. Da un lato le università non devono essere troppo severe, imponendo strumenti eccessivamente invasivi; dall’altro ci vuole serietà da parte degli studenti. Da parte degli atenei e dei singoli docenti, ci vuole flessibilità: gli studenti hanno ragione, non si può rischiare una bocciatura se la rete non tiene“, conclude successivamente al riguardo.
Per quanto riguarda le regole sullo svolgimento degli esami, Manfredi critica la scelta di utilizzare sistemi troppo invasivi per il controllo dello studente, richiamandosi alla fiducia che dovrebbe legare il rapporto professore-universitario. A tal proposito, la scelta consigliata è quella di adottare procedure che prevedano solo l’utilizzo della Webcam, come già fa l’Università di Catania.
Ricco di novità, invece, il mese di settembre, su cui il ministro dell’Università è chiaro: “Sicuramente settembre sarà in aula: le università riapriranno con appositi modelli organizzativi e orari volti a garantire il rispetto del distanziamento fisico“. Tuttavia, sorge la necessità di organizzarsi per gli studenti, come i fuori sede, che potrebbero avere maggiori difficoltà a raggiungere le aule degli atenei.
“Da un lato dobbiamo avere l’aula, dall’altro dobbiamo assicurare un servizio telematico di qualità – dichiara Manfredi -. Su questo faremo un sistema blended, che guarderà a tutto il sistema nazionale anche con un’interconnessione tra università, nel senso che chi non potrà raggiungere il proprio ateneo potrà appoggiarsi alla struttura telematica dell’ateneo più vicino. L’università si dovrà comportare come un grande sistema nazionale”.
La speranza, conclude il ministro, è che già a luglio alcune attività, come lauree o esami a piccoli gruppi, avvengano di presenza. “Laddove è possibile coniugare sicurezza e presenza degli studenti, credo che questo vada fatto”, dichiara Manfredi.
Infine, sui test d’ammissione il ministro prende parola soltanto per i test a livello nazionale, come quello di Medicina. “Stiamo lavorando dal punto di vista logistico per avere più sedi in cui effettuare il test e fare in modo che ogni candidato possa svolgerlo nella propria provincia, senza doversi spostare in maniera significativa”, conclude.
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