L’inizio della Fase 2, con riaperture più libere a partire dal 18 maggio, ha messo in evidenza la questione universitaria. Infatti, negli scorsi mesi le università italiane, da Nord a Sud, hanno continuato le loro attività didattiche online, dalle lezioni, agli esami alle lauree. Tutto ciò ha comportato, certamente, dei risultati positivi, in quanto ha garantito la continuità dell’attività didattica, ma anche dei risvolti negativi. Infatti, a parte i problemi tecnici che si possono verificare durante la connessione online, la didattica a distanza ha sostituito bene le lezioni in presenza, se non fosse che niente può realmente sostituire le relazioni dirette, le discussioni nelle aule universitarie.
In questo periodo di maggiore allentamento delle misure restrittive, ci si chiede, quale sarà il destino delle Università italiane il prossimo semestre. Una questione che riguarda tutti gli atenei italiani e per la quale anche l’Università di Catania starebbe già pensando a delle risposte.
Riaperture e didattica mista
La fase due degli Atenei italiani è iniziata ufficialmente il 4 maggio ma prevede, perlopiù, la riapertura delle biblioteche e delle attività di laboratorio, non delle aule. Infatti, a parte qualche caso sporadico, gli esami si svolgeranno online fino a settembre, così come le sessioni di laurea. Tuttavia, la riapertura a settembre sarebbe solo un’ipotesi, cui si affianca, come scrive oggi il Corriere della Sera, la possibilità del prolungamento della didattica online almeno fino al 31 gennaio 2021. Anche la possibilità di una didattica mista, con lezioni in presenza di pochi partecipanti accompagnata dall’utilizzo dei portali online, è ancora da valutare.
È certo, però, che non è ancora possibile fare programmi a lungo termine e, in ogni caso, per le Università con ampio numero di studenti, la prospettiva di una didattica mista è difficile organizzare, così come è rischioso ricominciare le lezioni interamente in presenza. Nella giornata di ieri, infatti, i rettori si sono riuniti in modalità online per pianificare la Fase 3, da settembre fino a gennaio 2021. Il presidente della Crui e rettore del Politecnico di Milano Ferruccio Resta, a tal proposito, ha dichiarato: “Non ci stancheremo mai di sottolineare che l’università è una comunità fatta di menti, persone e relazioni”. Tuttavia, malgrado gli auspici dello stesso ministro Manfredi, che in una recente intervista ha dichiarato la possibilità di riprendere a settembre, l’ipotesi più probabile è una didattica mista.
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I fuorisede e le matricole
La generale situazione di precarietà fa presagire una decrescita delle immatricolazioni e, di conseguenza, una perdita economica non indifferente per le Università italiane. Anche la questione dei fuorisede risulta problematica, in quanto molti studenti non residenti nelle grandi città universitarie non sanno se riconfermare o meno i loro posti letto. Si sta verificando, in questo frangente, una crisi senza precedenti sugli affitti universitari, un po’ in tutto il Paese.
Per quanto riguarda, invece i test d’ingresso ai corsi di laurea, si prevedono prove scaglionate. Ne è un esempio il test di Medicina, previsto per l’inizio di settembre. Per quanto riguarda i test d’ammissione non regolamentati a livello nazionale, alcuni atenei, tra cui quello catanese, hanno deciso di sospenderli e ammettere gli studenti in graduatorie sulla base del voto di maturità.
L’Università di Catania
Per quanto riguarda l’Ateneo catanese, il Rettore Priolo ha recentemente tranquillizzato gli studenti sulla gestione della didattica universitaria. A partire dall’inizio della prossima settimana anche le biblioteche dell’Ateneo possono riaprire, mentre le attività di laboratorio. Anche il personale amministrativo è rientrato negli uffici, in ambienti già sanificati e predisposti per le attività lavorative con l’utilizzo di importanti alleati, quali mascherine e gel igienizzanti. Per quanto riguarda il ritorno degli studenti in aula, il Rettore ha dichiarato di voler proseguire sulla “linea della responsabilità”, in collaborazione con gli altri Atenei siciliani.
“Abbiamo scelto, momentaneamente, di proseguire tutto online; poi via via ci aggiorneremo sempre e, a seconda di come procede la curva dei contagi, potremmo eventualmente prendere decisioni diverse”, ha recentemente dichiarato Priolo. Dunque, la via impiegata da Unict è quella della prudenza, della valutazione graduale della linea pandemica, senza troppe anticipazioni sui futuri provvedimenti.
“La nostra comunità non si è mai fermata e non si deve fermare adesso. Ci siamo sacrificati, ci siamo adattati, ci siamo ripensati, con tenacia abbiamo scelto di non aspettare, ma di affrontare la crisi. Ancora una volta è questo ciò che dobbiamo fare- spiega il Rettore-riplasmare il mondo delle nostre abitudini perché la giusta e condivisibile impazienza di ritornare “alla vita di prima” non ci faccia dimenticare la necessità di tutelare la salute di tutti e di trovare vie nuove e nuovi modelli del nostro agire per investire nel cambiamento e continuare a proiettarci in un futuro di ricerca, insegnamento e cultura, per rivedere la nostra università, in un domani che speriamo non lontano, ripopolata dagli studenti e dalla loro vitalità”.