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Maturità 2020 tra ansie e preoccupazioni: “Meglio optare per un esame online”

maturità prove
Quest’anno la maturità sarà diversa rispetto alle precedenti e i maturandi dovranno affrontare molti dubbi circa la loro preparazione, la modalità d’esame e il loro futuro. Due ragazze delle scuole superiori di Catania e provincia, Federica Pisasale e Miriana Cantali, hanno spiegato il loro punto di vista ai microfoni di LiveUnict.

Quest’anno l’esame conclusivo delle scuole superiori sarà completamente diverso: niente scritti, solo un colloquio orale con cui confrontarsi e attraverso cui dimostrare la propria preparazione. La didattica a distanza, adottata in questi mesi, ha reso l’esperienza di studio dei ragazzi decisamente particolare.

Maturità 2020: le difficoltà della didattica a distanza

Federica Pisasale, studentessa al Liceo Linguistico E. Boggio Lera di Catania, ci racconta il momento che sta affrontando: “Questi mesi di studio sono abbastanza difficili, anche perché l’anno della maturità è un anno importante e da un lato si ha bisogno del sostegno dei professori, dall’altro della volontà di studio dello studente, ma la tecnologia non permette quel contatto fisico essenziale e rende la cosa diversa”.

Da sx a dx, Federica Pisasale e Miriana Cantali, 18 anni

Lo stesso sentimento di alienazione rispetto alla scuola ordinaria lo sta provando Miriana Cantali, all’ultimo anno del Liceo Linguistico E. Medi (plesso Don Cavina) di Randazzo: “Studiare a distanza è stato del tutto inaspettato – spiega la ragazza a LiveUnict – perché nessuno poteva mai immaginare di terminare l’anno in questo modo. Viviamo l’amarezza per l’impossibilità di raccontare un domani il nostro ultimo giorno di scuola e per non poter rivedere i compagni. Lo studio è difficile ed è soprattutto un momento di incertezza sia per quello che stiamo vivendo ma anche perché, non essendo preparati ad una situazione del genere, si sono presentati tanti problemi (la connessione, gli impegni, le interrogazioni e i compiti a distanza)”.

Interrogazioni e compiti in classe?

Ogni istituto scolastico si è poi trovato nelle condizioni di dover affrontare compiti e prove con modalità certo particolari e strumenti diversi rispetto a quelli consueti. “Non abbiamo fatto veri e propri compiti in classe – ci spiega a tal proposito Federica – bensì delle prove. Ad esempio, con la nostra professoressa di francese abbiamo utilizzato la piattaforma online Padlet tramite cui abbiamo analizzato La Peste di Camus [romanzo francese del 1947, ndr]. Si è trattato di una sorta di compito in classe per riorganizzare tutte le nostre idee”.

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Mentre le parole di Miriana ci restituiscono l’immagine di una scuola che sperimenta nuove modalità di valutazione: “Abbiamo fatto due compiti in classe: uno di italiano e uno di storia dell’arte. Nel primo la professoressa ci ha dato solamente un limite di tempo (due ore) ed era composto da domande che prevedevano qualcosa che andava oltre lo studio, quindi contava molto l’originalità e l’interpretazione. Nel secondo invece – continua – avevamo una settimana di tempo ma le stesse modalità: ci è stato chiesto non di rispondere a delle domande e di descrivere dei quadri, cose facili da trovare su internet e sui libri, ma di realizzare un tema di sintesi”.

“Credo di aver accumulato delle lacune”

Eppure nonostante il lodevole sforzo messo in campo da tutti i professori delle scuole per far fronte al distacco con gli studenti, sembra inevitabile l’accumulo di lacune, con un peso ancor maggiore se consideriamo i ragazzi che da settembre dovranno affrontare l’università. Federica e Miriana ci raccontano anche su questo punto la loro esperienza: “Credo di aver accumulato delle lacune – dice Federica – però credo anche che con un pizzico di volontà in più posso essere in grado di recuperare. Non abbiamo affrontato tutto il programma, anche perché ci sono moltissimi temi difficili da affrontare a distanza, dunque ci siamo messi d’accordo con i nostri professori e abbiamo deciso di eliminare alcune parti che prevedevano l’utilizzo di molto tempo per dedicarlo ad altre”.

Il ritardo invece è quello che più impensierisce Miriana: “Ho pensato di essere rimasta indietro con il programma perché siamo stati fermi per circa tre settimane: la prima non abbiamo avuto contatti con nessuno, la seconda abbiamo iniziato a lavorare tramite la piattaforma e dalla terza abbiamo iniziato le videolezioni, ma ci sono stati docenti che per vari problemi hanno iniziato anche dopo. Perciò siamo stati fermi un bel po’, perché lavorare con la piattaforma non è la stessa cosa di fare lezione dal vivo”.

Le preoccupazioni delle future maturande

Inoltre a pesare sugli studenti sono le incertezze circa le modalità tramite cui sostenere l’esame di maturità 2020, specialmente per quegli indirizzi scolastici dove sono previsti test più specifici: “Le mie preoccupazioni sono tante. – Continua a spiegare Federica – Il problema è che non sappiamo come poter affrontare per bene questo esame, ci sono molti dubbi. Essendo anche classe ESABAC in teoria dovremmo anche affrontare un esame scritto per prendere questo diploma francese e ancora non abbiamo indicazioni precise da seguire. La preparazione invece spetta a noi studenti”. E circa l’esame orale da affrontare specifica: “ Da un lato l’esame di maturità è una tappa importante che non bisogna saltare, dall’altra però bisogna anche capire il periodo molto difficile per studenti e professori, e dunque fare un esame in scuole dove magari non c’è molto spazio non credo sia adeguato. Si poteva optare per un esame online sul modello universitario”.

Miriana a riguardo aggiunge: “La maturità di quest’anno la stiamo vivendo ed affrontando tutti. Quindi vedo l’esame, non perché devo affrontarlo io, come una cosa superflua e forzata, perché magari io sto bene però non si considerano le condizioni di tutti quei ragazzi che hanno sofferto in Lombardia per la scomparsa dei propri cari, o hanno difficoltà a seguire queste lezioni a distanza, non hanno i dispositivi adatti, hanno necessità di controllare i propri fratelli più piccoli… Per quest’anno avrei tolto anche il colloquio orale o comunque lo avrei reso ancora più semplice”.

Su una cosa però le due ragazze divergono completamente: cosa fare dopo il Liceo. Alla domanda se questa attuale situazione di emergenza ha cambiato i loro progetti futuri Federica risponde: “No. Vorrei continuare con la mia passione per le lingue andando all’Università di Catania, alla facoltà di Lingue e culture. Sono molto determinata su quello che voglio fare a prescindere da questo momento”. Miriana invece conclude dicendo: “Sì. Perché ero quasi sicura di voler intraprendere la facoltà di biotecnologie però adesso non lo so più. Lo stare a contatto con questa situazione ha fatto saltare gli orientamenti e mi ha reso insicura sulla scelta da fare”.