La cassa integrazione in deroga, da quando entrata in vigore tramite lo scorso decreto Cura Italia, è stato oggetto di polemiche dovute al ritardo con cui sono stati erogati gli importi dovuti (alcuni ancora oggi da smaltire). Pertanto nel nuovo decreto Rilancio si prevede che la Cid sarà autorizzata direttamente dall’INPS centrale e non più dalla singole regioni, inoltre l’ente anticiperà subito il 40% della somma. L’anticipo varrebbe anche per gli altri due ammortizzatori sociali: la Cassa integrazione ordinaria e l’assegno ordinario erogato dal Fondo di integrazione salariale (FIS). Questi ultimi sono stati finanziati dal decreto Cura Italia con 5 miliardi e rifinanziati dal decreto Rilancio con 15 miliardi.
Cassa integrazione in deroga
Nello specifico per la cassa integrazione in deroga si cercherebbe di eliminare il problema dei ritardi. Ad oggi si conta che solo un lavoratore su cinque (122 mila su 640 mila) ha incassato i soldi. I richiedenti sarebbero inoltre molti di più: 1.3 milioni secondi i dati regionali elaborati dalla Uil. Le aziende che necessitano della Cig in deroga, sia quelle piccole sotto i 5 dipendenti sia quelle grandi del commercio, dovranno fare la domanda direttamente all’Istituto di previdenza.
Cassa integrazione in deroga: il ruolo dell’INPS
Dovrebbe essere l’INPS ad autorizzare le domande e ad anticipare subito il 40% delle ore autorizzate entro 15 giorni dal ricevimento della richiesta. Il restante 60% sarà erogato quando verrà fornita la documentazione con le ore di Cassa di cui si è effettivamente usufruite. Bisogna però considerare che la novità si applica solo alle nuove domande inviate dopo l’entrata in vigore decreto Rilancio. Pertanto per le prime nove settimane previste dal dpcm Cura Italia si seguirà il vecchio iter, le domande inviate saranno smaltite dalle singole regioni; le altre nove saranno gestite e anticipate dall’INPS secondo quanto detto in precedenza.
La ricezione di queste altre nove settimane è poi spezzata: le prime cinque settimane saranno disponibili a quei datori di lavoro che hanno già visto riconosciute le prime nove e ciò avverrà in automatico, non si dovrà rifare la domanda. Le restanti quattro settimane dovranno essere attivate tra l’1 e il 31 ottobre 2020.