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Resistenza del virus a superfici e temperature: l’ultimo studio dell’ISS

caldo termometro
Foto archivio
Caldo e umidità faranno scomparire il Coronavirus? L'Istituto Superiore di Sanità rende noti i dati sulla resistenza del virus, in base alle diverse temperature e alle diverse superfici.

Sono diversi gli studi  in corso sulla resistenza del Coronavirus su diverse superfici e a temperature differenti. L’Istituto superiore di sanità ha pubblicato l’ultimo rapporto tecnico che ha come oggetto “Indicazioni ad interim sull’igiene degli alimenti durante l’epidemia da virus SarS-CoV-2”.

Dallo studio dell’Iss, inoltre, è emerso che a temperatura ambiente il Covid-19 può essere rilevato fino a sette giorni ad una temperatura di 22 °C o fino ad un giorno a 37 °C.

È importante capire, anche ai fini della riapertura di bar e ristoranti, quanto il virus resista alla temperatura di cottura. Secondo il rapporto dell’Iss, per quanto riguarda il mantenimento della temperatura nelle attività di ristorazione,  “il Sars-Cov2 mantiene un comportamento analogo a quello di altri Coronavirus come Sars e Mers, non essendo possibile rilevare virus infettante dopo 30 minuti a 56°C e dopo 5 minuti a 70°C”.

È stato già dimostrato che il virus resiste sulle superfici, più o meno a lungo in base al materiale della superficie stessa. I dati disponibili hanno dimostrato che “Il virus ha una diversa sopravvivenza in base alla tipologia di superficie. In uno studio in condizioni controllate di laboratorio, il virus infettante era rilevato per periodi inferiori alle 3 ore su carta (da stampa e per fazzoletti), fino a un giorno su legno e tessuti, due giorni su vetro, e per periodi più lunghi (4 giorni) su superfici lisce quali acciaio e plastica, persistendo fino a 7 giorni sul tessuto esterno delle mascherine chirurgiche”.

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Scarica qui il rapporto dell'ISS Covid-19 n.17/2020 (download)