Il virologo Anthony Fauci prevede una seconda ondata del virus il prossimo autunno, la sua gravità dipenderà dal modo in cui gli stati la affronteranno. Consiglia, inoltre, cautela nella riapertura delle attività lavorative

Il noto virologo Anthony Fauci mette in guardia su quei provvedimenti politici che vogliono accelerare le riaperture delle attività lavorative e diminuire il distanziamento sociale. Il suo bersaglio principale è il governo Trump che, nonostante la disastrosa situazione pandemica degli Stati Uniti, fino a poche settimane fa programmava di far ripartire l’economia americana. Tuttavia, l’eccessiva fretta potrebbe essere un danno per tutti, dato che “l’epidemia di coronavirus tornerà in autunno, ma saremo più preparati. Se sarà grande o piccola dipenderà dalla nostra risposta”, ha dichiarato Fauci.
L’opinione del virologo, uno dei massimi esperti al mondo in ambito pandemico, non è certo da sottovalutare. Alla luce di questa, invece, si deve procedere ad una riapertura attenta al mantenimento delle norme di distanziamento sociale e solo con una linea di contagi non eccessivamente impennata. Un’apertura affrettata, infatti, potrebbe sortire l’effetto contrario, ovvero diffondere il virus ancora di più.
Parlando dell’Italia, Fauci la ritiene un paragone, tutto sommato, negativo per il resto del mondo. Egli ha affermato che il Bel Paese soffre terribilmente da questa situazione pandemica perché non ha saputo bloccare l’arrivo dell’infezione dalla Cina, ma anche gli altri paesi non sono stati da meno.“Non sappiamo bene come questo avvenga – ha dichiarato il virologo al programma televisivo americano “Face the Nation” – ma sappiamo che una volta che il virus è entrato questo si diffonde in maniera esponenziale e non si riesce a star dietro allo tsunami. E’ quello che è successo ai nostri amici italiani. Sono molto competenti, non è che non sanno cosa fare”.
Riguardo allo del virus nelle sue varie forme, Fauci ha dichiarato con fermezza che il Coronavirus ha subito dei mutamenti in questi mesi. Infatti, si è notato che esso ha colpito molti più giovani in Italia di quanto non avesse fatto in Cina, anche se le modalità del contagio non cambiano. Inoltre, riguardo alla notizia del contagio di due gatti domestici newyorkesi, il virologo dichiara che “tutto è possibile” ma, finora, “non ci sono prove di contagio dall’animale all’uomo”.
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