L’eccessivo utilizzo di schermi, come tablet, pc e smartphone, può alla lunga provocare lesioni alla vista. Non si tratta di un mistero, né di una novità, ma di un pericolo che, anche a causa della didattica online e dello smart working, diventa oggi sempre più pressante. E arriva l’allarme da parte dell’Uici Sicilia (Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti).
L’allerta era stata lanciata a Messina in un convegno dell’Uici già a dicembre scorso: fasce sempre più ampie di giovani diventano ipovedenti per patologie legate all’uso massiccio degli schermi a luce blu. E l’emergenza Coronavirus e la teledidattica, con gli studenti che devono trascorrere ore davanti al pc, lo hanno reso ancora più attuale.
“È ai nostri esperti dei centri di consulenza tiflodidattica – sottolinea Gaetano Minincleri, presidente regionale dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti (Uici) – che gli insegnanti curriculari si rivolgono con crescente preoccupazione anche per i rischi che corrono i loro allievi vedenti, che cominciano a mostrare segni, per esempio, di secchezza oculare. E noi cerchiamo di rassicurarli e indirizzarli al meglio in base all’esperienza da noi acquisita negli anni e alle collaborazioni con importanti strutture pubbliche di medicina sul territorio“.