Catania nel bombardamento del 15 aprile 1943: le immagini storiche

Il 15 aprile del 1943, la città di Catania si trovò a vivere uno dei momenti più difficili del periodo bellico: fu il primo di tre giorni consecutivi di massicci bombardamenti da parte degli Alleati, coinvolgendo ancor più la città etnea nel secondo conflitto mondiale.

Il secondo conflitto mondiale è di certo quello che ha portato più sofferenza nel mondo: sei anni di guerra in totale, che hanno visto uomini perdere la vita e intere popolazioni soffrire e disperarsi. Anche Catania ha vissuto questi momenti: è stata infatti indicata come una città chiave durante lo Sbarco in Sicilia, che ha permesso l’arrivo delle truppe Alleate nel territorio italiano. Ecco dunque uno degli eventi nel quale la città etnea è stata coinvolta durante il secondo conflitto mondiale.

Gli eventi precedenti l’attacco

Sebbene a tutti sia noto lo Sbarco in Sicilia avvenuto nel luglio del 1943, non molti sono a conoscenza dei fatti che precedettero l’arrivo degli alleati nell’Isola maggiore italiana. Proprio Catania era già stata coinvolta nel 1940 da un bombardamento avvenuto nel mese di luglio, il quale aveva causato quasi una ventina di vittime. Inoltre, tra il 1941 e il 1942, l’aeroporto e il centro urbano etneo in particolare furono obiettivo di bombardamenti da parte delle forze inglesi, nel corso della battaglia di Malta e della guerra in Africa.

Tuttavia, con l’arrivo del 1943 le forze alleate iniziarono a pensare all’ipotesi di aprire un altro fronte in Europa nel corso della Conferenza di Casablanca. Infatti, già ad inizio anno si svilupparono alcune ipotesi e venne pianificato l’attacco che avrebbe poi visto l’invasione dell’Italia, sottraendola alle truppe italo-tedesche. Quello del fronte italiano fu un’idea proposta da Churchill, e la Sicilia fu scelta come luogo di approdo degli Alleati.  A questo punto la Storia si ricollega ad eventi certamente noti ai più: era il 10 luglio 1943 quando le forze anglo-americane attuarono il loro piano, dando luogo allo storico Sbarco in Sicilia.

Aeroporto di Fontanarossa

Catania sotto attacco

Nonostante lo sbarco avvenne nel luglio del 1943, Catania fu coinvolta ben prima e in maniera consistente dagli attacchi degli Alleati. Infatti, già tre anni prima i bombardieri inglesi sorvolavano la città etnea, non risparmiandole attacchi anche consistenti. Tuttavia, nel ’43 anche gli aerei americani iniziarono a volare sul territorio etneo, e non si dovette aspettare molto tempo prima che le perlustrazioni si trasformassero in vere incursioni aeree.

Era il 15 aprile 1943 quando Catania fu bombardata, per la prima volta da parte degli americani. Ventiquattrore dopo, l’attacco alla città da parte degli Alleati fu decisamente più massiccio: agli 11 morti del 15 aprile, quel giorno se ne aggiunsero altri 146, dopo un raid sul centro storico. Purtroppo il bombardamento non ebbe fine in quel momento: infatti, Catania venne bombardata più volte dalle forze anglo-americane dal 15 al 18 aprile 1943, allo scopo di indebolire i soldati italo-tedeschi.

E la città etnea non fu l’unica coinvolta in queste incursioni primaverili: anche Palermo, Siracusa, Messina e Napoli furono infatti bersaglio dei bombardamenti, scelte proprio in quanto città chiave per l’Italia meridionale. Le vittime furono numerose, e da quel momento iniziarono anche gli spostamenti della popolazione verso le aree rurali, in modo da salvare la propria vita fuggendo dalle zone urbane, maggiormente esposte agli attacchi aerei.

Catania e la guerra

Quello di aprile fu solo una parte della sofferenza vissuta dai catanesi. La guerra andò infatti avanti ancora a lungo, e la città etnea non ne fu affatto esclusa. Altri bombardamenti seguirono a quello primaverile: in particolare uno avvenuto l’11 maggio 1943 provocò 216 morti nella sola città di Catania. Si ricordano inoltre l’attacco del 26 giugno, che provocò 32 vittime, e quello avvenuto l’8 luglio a ridosso dello Sbarco degli alleati, e ricordato come la “nona distruzione di Catania” per gli ingenti danni che procurò all’ambiente urbano.

I danni furono numerosi: dall’aeroporto, che fu uno dei primi obiettivi di attacco da parte delle truppe anglo-americane e che venne riattivato solo nel 1950, passando per le chiese e i palazzi della città etnea. Simboli di Catania, come i palazzi barocchi e la monumentale chiesa di San Nicolò l’Arena, o ancora il Castello Ursino, subirono infatti ingenti danni, per i quali furono necessarie opere di restauro negli anni a venire. Ma anche numerosi quartieri abitati della città furono rasi al suolo, costringendo molte persone allo sfollamento, abbandonando anche quei pochi averi che rimanevano in tempo di guerra.

La strategia delle forze Alleate, attuata attraverso i bombardamenti che nella primavera del ’43 rasero al suolo Catania, fu quella che viene definita come “moral bombing”. Si trattava di incursioni aeree mirate a colpire gli insediamenti urbani e le popolazioni, in modo da portare i civili allo stremo, sperando di scatenare una rivolta contro il governo che potesse accorciare i tempi per la fine del conflitto, potendo così concludere anche i bombardamenti. La nuova tattica di incursione aerea, attuata dagli americani nel 1943 sulla Sicilia, avrebbe quindi sostituito gli attacchi di precisione contro bersagli militari e civili che gli inglesi avevano scagliato sui territori italiani a partire dal 1940.

Catania – Piazza Duomo

Dalla fase dello sbarco fino alla conquista di Catania da parte delle truppe alleate, i momenti di tribolazione non furono pochi. Le battaglie necessarie per raggiungere la città etnea furono diverse: dalle operazioni preliminari di Siracusa e Augusta fino a quella del Simeto nella Piana di Catania. Solo il 5 agosto 1943, a quasi un mese dall’inizio dell’Operazione Husky, le truppe inglesi del generale Montgomery entrarono a Catania mentre quelle italo-tedesche si ritirarono dall’Etna verso Messina.

E fu proprio a Catania che Eisenhower atterrò il 29 agosto per prendere parte alle successive pianificazioni per la conquista dell’Italia. Vennero inoltre definite le condizioni dell’Armistizio di Cassibile, firmato in segreto il 3 settembre ma reso pubblico solo l’8, giorno in cui l’Italia rese noto di essere stata costretta alla resa incondizionata alle forze Alleate.

Martina Bianchi

Giornalista pubblicista con una laurea magistrale in Global Politics and Euro-Mediterranean Relations e una triennale in Scienze e Lingue per la Comunicazione, coltiva l'interesse per il giornalismo scrivendo per LiveUnict dal 2018 e coordinando la redazione da maggio 2022. Appassionata di lingue straniere, fotografia, arte e viaggi, ama scrivere di attualità, con un particolare interesse per i diritti e la storia.

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