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I messaggi di cordoglio dei colleghi di università di Lorena: “Sconvolti per la sua morte”

I messaggi di cordoglio dei colleghi di università e del rettore dell'Ateneo di Messina rivolti a Lorena Quaranta, la studentessa di Medicina uccisa dal proprio compagno a Furci Siculo.

La triste notizia dell’omicidio di Lorena Quaranta, studentessa di Medicina all’Università di Messina, ha lasciato sotto shock molte persone. La ragazza è infatti stata strangolata dal compagno nel corso della mattinata odierna a Furci Siculo, dove la coppia risiedeva.

Sono stati numerosi i messaggi di cordoglio lasciati dai colleghi della ragazza sul suo profilo Facebook. Tanto dolore e tanta rabbia verso il suo assassino, e in tanti non riescono a credere che si tratti della realtà. Tra i post dedicati a Lorena uno riporta le seguenti parole: Siamo sconvolti dalla morte di Lorena, nostra collega e amica. Una donna dolce e gentile che condivideva con noi i sogni e i sacrifici di chi si prepara a diventare un medico, perché il valore più alto che conosce è la Vita”.

La ragazza si sarebbe laureata quest’anno con una tesi in Pediatria e come raccontano i colleghi nel post “l’amore che stava dedicando in questi mesi ai bambini del reparto era lo stesso che dedicava al prossimo, sempre col sorriso e la gioia negli occhi“.

“Dall’anno scorso abbiamo in aula un “Posto Occupato” che rappresenta ogni vittima di femminicidio che non ha potuto inseguire i suoi sogni, ma non avremmo mai pensato di trovarci davvero con un posto vuoto, in aula e nel cuore: quello di Lorena” si conclude il post dedicato alla vittima dai colleghi di Università.

Ma anche l’Ateneo di Messina ha voluto dedicare un messaggio alla studentessa scomparsa. In un post apparso sia sul sito che sulla pagina ufficiale dell’Università di Messina, il rettore ha comunicato il suo cordoglio per la scomparsa della ragazza e ricordato l’esistenza del numero 1522, attivo 24 ore su 24 per, l’assistenza alle vittime di violenza, soprattutto nel corso dell’emergenza Covid-19 che impone a molti di stare a casa, anche se non si tratta del luogo più sicuro.


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