La testimonianza del professor Agatino Russo, docente dell'Università di Catania guarito dal Coronavirus.
“Sto bene e sono la conferma vivente che dal coronavirus si può guarire“. Queste le parole del professor Agatino Russo, direttore del dipartimento di Agraria dell’Università di Catania, tra i primi pazienti a finire in terapia intensiva a causa del Coronavirus.
Oggi il docente – come si legge sull’edizione cartacea de La Sicilia – , grazie alle assistenze mediche ricevute al Policlinico e all’ospedale San Marco, ha vinto la propria battaglia contro l’infezione, e si è dunque sentito in dovere di diffondere un messaggio di speranza, a testimonianza del fatto che guarire è difficile ma non impossibile.
Tra l’altro, il caso del professore è stato difficile da individuare: infatti, Russo era risultato negativo ai primi due tamponi eseguiti, dunque era stato ricoverato per una polmonite. Tuttavia i medici, insospettiti dalle condizioni del paziente, hanno deciso di attuare un ulteriore controllo, eseguendo un un prelievo di liquido dalla zona bassa del polmone che ha confermato i loro sospetti.
All’aggravarsi delle proprie condizioni, il docente riceve le cure prima nel reparto di terapia intensiva del Policlinico di Catania, poi dell’ospedale San Marco per poi, a seguito di miglioramenti, venire ricoverato al reparto di Malattie infettive dell’ospedale di Librino. Precisa Russo: “Vorrei dire che in tutti e tre i reparti sono stato curato benissimo. Mi hanno tirato per i capelli e alla fine eccomi qui. Io sono guarito, ma a parte tutto quello che ho passato vorrei ribadire che si guarisce. E la conferma che si guarisce perfettamente sono i miei colleghi di dipartimento che sono rimasti contagiati ad Udine e sono guariti solo dopo sintomi simil influenzali“.
Il professore è stato dimesso dopo aver effettuato tre tamponi nell’arco di diversi giorni, risultati tutti negativi; spiega inoltre che “tecnicamente si guarisce quando non si hanno più sintomi“.
Alla domanda riguardante il proprio parere sui provvedimenti adottati per il contenimento dei contagi, il professore dichiara di “condividere pienamente quanto fatto dal governo nazionale e dal governatore della Sicilia, Musumeci. L’ unica maniera che abbiamo per sconfiggere il virus è quella del distanziamento sociale e quindi bisogna stare a casa. E per fortuna qui i numeri non sono quelli del nord.“
Tentando di ricostruire le circostanze in cui presumibilmente sarebbe avvenuto il contagio, il docente ipotizza di aver contratto il virus durante un convegno a Reggio Calabria, ipotesi suffragata dal fatto che un altro collega, docente dell’Università del capoluogo calabrese, è anch’egli stato ricoverato.
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