Con una diretta Facebook, il presidente del consiglio Conte ha annunciato nuove misure per arginare la diffusione del contagio da Covid-19. Chiuse tutte le attività non essenziali: l'elenco delle attività aperte secondo l'ultimo decreto.
Da settimane ormai, l’Italia sta fronteggiando l’emergenza Coronavirus con grande spirito di sacrificio e l’impegno comune a lasciarsi il prima possibile questo periodo buio alle spalle. Ma, almeno per il momento, il numero crescente di morti e contagiati non fanno ben sperare: solo nella giornata di ieri il numero delle vittime è salito di 651 unità per un totale di 5.476 deceduti dall’inizio dell’epidemia e un totale di casi attualmente positivi di 46.638. Appare sempre più necessario adottare misure stringenti e muoversi verso la chiusura di quante più attività possibili in modo che la maggior parte della gente non sia costretta ad uscire di casa per lavoro.
Per questo, Conte ha annunciato l’adozione di nuove misure restrittive nella serata di sabato 21, con una diretta Facebook poco dopo le 23. Il decreto, in vigore da oggi lunedì 23 marzo, definisce le attività essenziali che potranno continuare a essere aperte dopo la nuova stretta del Governo. Le imprese, le cui attività sono sospese per effetto del decreto, avranno tempo fino al 25 marzo 2020 per completare le attività necessarie alla sospensione, compresa la spedizione della merce in giacenza.
Le attività che, con il provvedimento, vengono sospese fino alla data del 3 aprile 2020, possono comunque proseguire se organizzate in modalità a distanza o lavoro agile.
Tra le attività che continueranno a garantire i loro servizi, Conte menziona anzitutto supermercati, ipermercati e negozi di alimentari. Le corse agli acquisti e le code, non si giustificano, ha spiegato Conte. Attenzione, però, agli orari e ai giorni di apertura perché, su questo punto, le Regioni, compresa la Sicilia, si sono mosse in maniera indipendentemente. Alcune, nei giorni scorsi e hanno deciso di chiudere ipermercati e supermercati nei giorni festivi, a partire dalla giornata di ieri domenica 22 marzo. Negli ipermercati e nei supermercati, va ricordato, è stata transennata in alcuni esercizi la vendita di beni non di prima necessità (per esempio, i capi di abbigliamento).
Restano aperte le attività per le coltivazioni agricole, dell’allevamento e della produzione di prodotti animali. Allo stesso modo continuano tutte le attività di pesca e acquacultura, nonché la fabbricazione di macchine per “l’agricoltura e la silvicultura”. Continua l’attività dell’industria alimentare e delle bevande, così come la fabbricazione di macchine per questi settori
I servizi bancari e assicurativi sono tra le attività che rimarranno aperte. Per i dettagli, è bene contattare telefonicamente la propria banca o consultare il sito web. La regola è limitare l’accesso alle filiali da parte della clientela ai soli casi delle operazioni urgenti non realizzabili attraverso i canali remoti (Internet) e gli sportelli automatici che offrono diversi servizi. Per quanto possibile, quindi, è bene utilizzare i bancomat posti all’esterno delle filiali.
Consentita l’attività di produzione, trasporto, commercializzazione e consegna di farmaci, tecnologie sanitarie e dispositivi medico chirurgici, prodotti agricoli e alimentari. Consentita ogni attività per fronteggiare l’emergenza. Le farmacie e la parafarmacie rimarranno aperte e senza restrizioni di orario. Occorre, però, recarsi in farmacia o parafarmacia solo in caso di effettiva necessità. In presenza di sintomi da raffreddamento, febbre o difficoltà respiratorie, i pazienti sono invitati a chiamare il medico per consigli. Lo stesso vale per i familiari di persone con i sintomi. Per gli anziani o le persone con difficoltà di movimento, diverse farmacie hanno attivato servizi di consegna a domicilio. L’ingresso può comunque essere limitato per evitare l’eccessiva vicinanza e il farmacista è tenuto a regolare gli afflussi.
Aperti gli studi professionali. Va detto anche che, su questo fronte, alcune Regioni hanno già disposto precise restrizioni. La Lombardia, per esempio, ha decretato la chiusura delle “attività degli studi professionali salvo quelle relative ai servizi indifferibili ed urgenti o sottoposti a termini di scadenza”. Gli studi dei professionisti resteranno aperti (commercialisti, avvocati, ma anche ingegneri e architetti), così come l’intera filiera della stampa, dalla carta al commercio all’ingrosso di libri, riviste e giornali fino ai servizi di informazione e comunicazione.
Nessuna stretta sulle prestazioni lavorative di baby sitter, badanti e colf, che potranno continuare a lavorare.
In tutta Italia restano aperte le edicole e i tabaccai (al netto delle attività che sono state fermate come quelle dei giochi) e deve essere garantita, come per tutti i servizi non vietati, la distanza di sicurezza interpersonale di un metro. Stop al Lotto e alle scommesse.
Le Poste continueranno a operare ma, come comunicato nei giorni scorsi, il servizio è garantito con un numero “omogeneo” di uffici postali, aperti in proporzione agli abitanti di ciascun Comune. Sono state poi contingentate le aperture pomeridiane degli uffici aperti su doppio turno e di quelli aperti solo al mattino. I cittadini possono consultare gli orari tramite avvisi affissi all’esterno. È stato invece sospeso il servizio di prenotazione on line dell’appuntamento.
Procedono tutte le attività per la “fabbricazione di prodotti chimici, prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici, articoli di gomma, articoli in materie plastiche, fabbricazioni di vetreria per laboratori, per uso igienico e per farmacia”.
Nell’industria manifatturiera più strettamente detta, è lungo l’elenco di ciò che resta aperto: fabbricazione di generatori, trasformatori e apparecchi per la distribuzione e controllo delle’elettricità; fabbricazione di spago, corde, funi e reti agli imballaggi in legno, fabbricazione di carta e di tutti i macchinari relativi. Industria tessile ferma a metà. Nell’industria tessile, chiudono le produzioni di “articoli di abbigliamento”, ma non quelle legate alla “fabbricazione di tessuto non tessuto, confezioni di camici, divise ed altri indumenti di lavoro”.
Non si fermano ovviamente chi lavora per assicurare la “fornitura di energia elettrica, gas e aria condizionata; “raccolta, trattamento e fornitura d’acqua”; “gestione delle reti fognarie”; “attività, raccolta e smaltimento dei rifiuti”.
In generale sono consentite le attività di “riparazione e manutenzione di macchine e apparecchiature”, l’installazione di “impianti elettrici e idraulici”, “manutenzione e riparazione di autoveicoli e motocicli”, così come le attività degli auto e motoaccessori.
Non si fermano i call center, i servizi di attività di vigilanza privata e i sevizi connessi come i controlli da remoto di sorveglianza.
Continuano le attività per “estrazione di petrolio greggio e di gas naturale” nonché le “attività dei servizi di supporto all’estrazione di gas naturale e di petrolio”, come per esempio la raffinazione.
Sì alle attività degli impianti a ciclo produttivo continuo, previa comunicazione al prefetto della provincia dove è ubicata l’attività produttiva, dalla cui interruzione derivi un grave pregiudizio all’impianto o un pericolo di incendi. Il prefetto può sospendere le attività se reputa non sussistano le condizioni per farle operare. Il decreto specifica che fino al provvedimento di sospensione dell’attività, le imprese possono operare sulla base della comunicazione resa. L’attività non è soggetta a comunicazione se finalizzata all’erogazione di un servizio pubblico essenziale. Consentite le attività dell’industria aerospaziale e della difesa e quelle di rilevanza strategica nazionale, previa autorizzazione del prefetto.
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