Da più di tre mesi a questa parte, il meccanismo dell’informazione lavora senza sosta e la ragione è solo una: emergenza Coronavirus. Questo sgradevole sconosciuto e il pericolo che rappresenta però, non in tutti i casi sono stati affrontati per come sono realmente – cioè globali e incontrollabili – ma sono stati sottovalutati, presi sottogamba; tutte le informazioni e le notizie allarmanti marchiati con l’etichetta di esagerazione mediatica e allarmismo.
Oggi sappiamo che non è così. Massimiliano Tasca, un giovane infermiere siciliano impiegato in Lombardia, scrive sui social come lui stesso inizialmente, avesse erroneamente sottovalutato la portata di questo virus, ma dopo il tragico confronto con i primi pazienti si è dovuto ricredere: “Sono un infermiere di sala operatoria che ha visto convertire il proprio posto di lavoro in meno di due giorni in terapia intensiva per dare ulteriori posti a persone COVID-19+.
Mi sono ritrovato ad accogliere il primo paziente positivo al Covid-19 in struttura – scrive -. Sono salito in ascensore e tra la luce soffusa sentivo crescere la paura. Il caldo era insopportabile sotto i vari strati di camici, guanti, cuffie e visiere […]. Davanti a me un signore sulla cinquantina incosciente e intubato. Dicono che un polmone ormai non va più, l’altro è messo male. Non aveva malattie pregresse. Adesso è così, non si sa se ce la farà”.
Oltre alle poche informazioni che gli scienziati sono riusciti a cavare da questo nuovo virus, c’è un altro pericolo da non ignorare: il menefreghismo.
“Le strutture sono al collasso, il personale sanitario è stremato! I solchi lungo la faccia dovuti alle mascherine fanno male! I turni sono estenuanti. Noi non siamo immuni a questo virus e pian piano stiamo cadendo pure noi!
Noi non possiamo scegliere di stare a casa ma dobbiamo stare a combattere in prima linea, per voi!“.
L’appello finale è rivolto a tutta la cittadinanza, l’unica che potrebbe fermare il contagio. Restare a casa è la soluzione più efficace e nonostante sia restrittiva o sembri priva di senso, se tutti la rispettano servirà a salvare molte vite.
“Ora ascoltami tu, tu che dici ancora che tutta questa quarantena è inutile e che il governo ci sta prendendo in giro. Ascoltami tu che comunque vuoi uscire di casa con gli amici per fare l’aperitivo. STAI A CASA. Noi sappiamo chi è infetto, tu no e potresti ammalarti anche domani. Stai a casa. Fallo per te, per la tua famiglia e per noi”.