Riscaldamenti, porte e finestre difettose in una scuola su tre. Al Sud i numeri peggiori. Questi i dati raccolti tra gli studenti.
Il freddo mette a dura prova le scuole italiane che escono da questa sfida amaramente sconfitte. Un sondaggio condotto da Skuola.net dice che uno studente su tre dei 10 mila intervistati trova le condizioni dei riscaldamenti dei propri istituti inadeguate. Ma l’allarme arriva anche dalle scuole stesse.
Il 31% degli studenti dice che i termosifoni riscaldano solo alcune zone del loro istituto. Invece i casi in cui gli impianti vengono accesi solo per poche ore al giorno è denunciato dal 28% dei ragazzi. Infine, il 12% fa notare che l’impianto è addirittura rotto.
É il Sud a fare più di tutti i conti con questa situazione, probabilmente perché si è meno pronti e preparati ad affrontare le basse temperature: il 40% degli studenti che lamentano disagi vengono proprio dal Mezzogiorno.
Oltre i sistemi di riscaldamento in pessime condizioni o non funzionanti si aggiungono anche inadeguatezze strutturali. Infatti, per il 13% degli intervistati il freddo arriva anche da porte e finestre difettose.
Per contrastare il freddo gli studenti optano per due strade: cappotti, berretti e, in casi estremi, plaid e proteste. Quest’ultima soluzione è stata adottata dal 57% degli intervistati, anche se nella maggior parte dei casi non hanno avuto nessun appoggio da parte dei docenti.
La domanda sorge spontanea: a chi spetta intervenire? La gestione dei riscaldamenti è una competenza che riguarda direttamente gli enti locali, i Comuni o chi ne ha ereditato il ruolo. Purtroppo questi si affidano ad imprese specializzate, il che porta alla complicazione e all’allungamento dei tempi di riparazione e manutenzione, costringendo alunni, docenti e tutto il personale scolastico ad affrontare il freddo inverno da soli.
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