“Il Regno Unito dice addio al programma Erasmus”. Da stamattina la notizia è ovunque. E continua a rimbalzare sui media e i social network internazionali da ore senza sosta. In realtà, nel frattempo sono arrivate parziali smentite e chiarimenti da parte di alcuni esponenti stessi del Governo britannico, nel tentativo di spegnere la feroce polemica sui social. Ricostruiamo passo per passo la vicenda, che ha generato quello che gli inglesi chiamerebbero un piccolo (ma neanche tanto) misunderstanding, ossia un fraintendimento.
Tutto nasce dal voto contrario alla New Clause 10 del Parlamento britannico, nel più grande ambito della definizione degli accordi per la Brexit, definiti tra maggioranza e opposizione del Governo britannico. Il Parlamento britannico, forte della maggioranza conservatrice (ottenuta nelle elezioni del mese scorso), ha votato contro la suddetta clausola che “avrebbe richiesto al governo di cercare di negoziare il proseguimento della piena adesione al programma europeo per l’istruzione e la gioventù Erasmus +”
MPs have voted against New Clause 10 being read a second time, by 344 votes to 254.
This new clause would have required the Government to seek to negotiate continuing full membership of the EU’s Erasmus+ education and youth programme.
— UK House of Commons (@HouseofCommons) January 8, 2020
Da qui è partito tutto. Il voto contrario alla Clausola ha infatti fatto pensare subito all’addio, cioè se non altro all’interruzione definitiva della partecipazione del Regno Unito al programma Erasmus a partire dalla Brexit. Nella realtà dei fatti però le cose non stanno proprio così. Non solo gli accordi per la Brexit non sono stati completati, ma lo stesso voto contrario alla Clausola non preclude un’eventuale prosecuzione del Regno Unito al programma Erasmus anche dopo il 2020.
Come ha specificato nelle ultime ore il sottosegretario all’Istruzione britannico Chris Skidmore “il voto di ieri sera non determina la fine o la preclusione del Regno Unito al programma Erasmus dopo l’uscita dall’Unione Europea. Rimaniamo aperti alla partecipazione e questo farà parte dei futuri negoziati con l’Ue.”
Last night’s vote- game playing by opposition parties- does not end or prevent the UK participating in @EUErasmusPlus after leaving the EU. We remain open to participation and this will be part of future negotiations with the EU- we highly value international student exchanges
— Chris Skidmore (@CSkidmoreUK) January 9, 2020
Quindi se da un lato, abbiamo il Parlamento britannico che pare confermare la volontà del governo di Boris Johnson di far uscire il Regno dall’Ue, Erasmus compreso, non sono chiari i termini con cui andrà avanti la vicenda nei successivi negoziati. Al momento pare certo soltanto che il Regno Unito farà parte del programma Erasmus per tutto il 2020, anche se la Brexit dovesse avvenire nel corso di quest’anno.
Tuttavia c’è da chiedersi, ammesso che la Brexit avvenga realmente, e qualora sarà avvenuta, a partire dal 2021 quale sia la sorte degli studenti inglesi che desiderano partecipare al programma di scambio, così come quali possibilità e restrizioni avranno gli studenti stranieri (europei) che vogliono recarsi in Uk. Le parole “continuing the full membership of the EU’s Erasmus“, contenute nel tweet dell’House of Commons, potrebbero fare pensare anche all’ipotesi che in futuro il Regno Unito voglia aderire solo a parte del programma, fermo restando che le sia consentito. Così come l’espressione “would have required” potrebbe escludere l’Erasmus dagli “obblighi” o impegni del Governo, ma non escludendo comunque la partecipazione al medesimo programma in termini di “facoltà”. A queste, come a tante altre domande, al momento non c’è risposta certa. C’è molto da definire ancora e nessuna ipotesi pare al momento escludibile. Il dubbio sembra ancora fare da padrone nelle vicende relative alla Brexit.