Natale in Sicilia: cinque tradizioni tipiche delle festività natalizie sull’Isola

Il Natale in Sicilia è molto sentito non solo per la sua valenza religiosa, ma per l’occasione di stare insieme davanti a piatti tipici e giochi di carte.

Tra pochi giorni sarà Natale e le famiglie cominciano già a riunirsi per trascorre insieme le feste in allegria. Il Natale in Sicilia rappresenta una festività particolarmente sentita non soltanto per la sua valenza religiosa, ma soprattutto per l’occasione di poter riunire la famiglia e gli amici intorno a leccornie tipiche, canti e giochi di carte. Nei secoli sull’Isola si sono sviluppate un gran numero di tradizioni relative alle festività natalizie, alcune delle quali continuano ancora oggi a colorire e rendere magica l’atmosfera delle feste in Sicilia. Tra piatti caratteristici, giochi di carte, canti e presepi, infatti, il Natale in Sicilia si veste di un clima speciale e originale.

Natale in Sicilia: i piatti della tradizione locale

Se si dovesse trovare una parola d’ordine per descrivere le festività natalizie in Sicilia, questa sarebbe, senza dubbio, cibo. Pranzi in famiglia, cene tra amici, in questo periodo ogni scusa è buona per concedersi delle mega abbuffate a base di ogni tipo di ghiottoneria. La tradizione culinaria isolana, tra l’altro, incoraggia i peccati di gola, considerata la straordinaria varietà di piatti tipici sia dolci che salati.

Irrinunciabile per il cenone della Vigilia, la scacciata catanese è una delle pietanze caratteristiche delle feste, insieme alla “cugina” ragusana, la scaccia. Si tratta di un impasto a base di farina di grano duro, farcito con cavolfiori, tuma, patate, olive, salsiccia e molto altro. Altro piatto diffuso pressappoco in tutta l’Isola è il baccalà fritto, accompagnato nella provincia di Siracusa dai “pipi sicchi”, peperoni essiccati.

Il pranzo di Natale nella regione non bada a calorie ed è anzi un tripudio di sapori e ingredienti. Tra i primi piatti più amati si trova la “pasta ‘ncasciata”, così come viene denominata ad Agrigento. Si tratta di una pasta al forno, arricchita di molti ingredienti, come il sugo di ragù, le uova, il prosciutto, le melanzane e tanto altro. Uno dei secondi piatti più preparati per l’occasione è, invece, il falso magro, una fetta spessa di carne riempita a piacere e accompagnata con patate o piselli. Non possono poi mancare i dolci, tra i quali si possono assaggiare il torrone, quello morbido e il croccante, e il buccellato, una ciambella di pasta frolla, ripiena di fichi secchi, cannella, frutta secca e gocce di cioccolato.

Natale in Sicilia: i giochi di carte da fare in compagnia

Nelle lunghe e fredde serate di dicembre trascorse in casa, i siciliani trovano sempre un modo di impiegare il tempo per non annoiarsi. Uno dei passatempi più comuni delle festività sono decisamente i giochi di carte siciliane, che finiscono il più delle volte in caciara e molte risate.

Tra i giochi più comuni si trovano, senz’altro, la briscola, la scopa e il “tivitti’” (“ti ho visto”), che possono avere spesso anche delle puntate in soldi. Un gioco piuttosto caratteristico e divertente, invece, è la tombola siciliana, diversa da quella comunemente giocata anche nel resto d’Italia. Per fare questo gioco bisogna munirsi di due mazzi di carte siciliane, uno dei quali servirà da “cartelle” per ciascun giocatore e sarà, quindi, scoperto sul tavolo; il secondo, invece, servirà per estrarre le carte gemelle, che saranno poi voltate. Come per la tombola classica, i traguardi restano l’ambo, il terno, la quaterna, la cinquina e la tombola, quest’ultima ottenuta una volta voltate tutte le carte della propria cartella.

Natale in Sicilia: il tripudio del presepe

Il presepe è, tra tutti, il simbolo che più si rifà alla dimensione religiosa del Natale ed è particolarmente amato e celebrato su tutta l’Isola. I siciliani, infatti, s’inventano ogni anno una miriade di modi differenti e originali per rappresentare la natività. Caltagirone è di certo un esempio perfetto, grazie ai moltissimi presepi che nel periodo delle feste vengono allestiti non solo nelle chiese, ma in ogni angolo della cittadina.

Inoltre, in molti borghi siciliani, i presepi viventi continuano a rappresentare un modo per coinvolgere la comunità e festeggiare insieme il Natale. Tra i più belli si trovano il presepe vivente di Custunaci, Sutera, Gangi, Agira, Palazzolo Acreide e molti altri.

Natale in Sicilia: l’addobbo della cona

Esistono anche tradizioni natalizie particolarissime, ma che oggi hanno perso un po’ della loro importanza. Tra queste si trova la “cunzata della cona”, cioè l’addobbo delle edicole votive. Si tratta di un’usanza particolarmente sentita a Catania e, per quanto meno famosa, ancora oggi portata avanti dalla cittadinanza.

Quest’anno, per esempio, gli studenti di alcuni istituti scolastici catanesi si sono fatti promotori di quest’usanza, addobbando a festa le “cone”, gli altarini dedicati alle icone cattoliche, presenti in via delle Belle. Gli studenti hanno, inoltre, assunto il ruolo di ciceroni e illustrato la tradizione ai visitatori.

Natale in Sicilia: le novene

Per finire, cosa sarebbe il Natale senza le musiche e i canti ispirati a questa festa? Sebbene forse meno noti dei classici jingle natalizi, anche l’Isola può vantare una tradizione musicale ispirata alle festività. Le novene di Natale sono, infatti, dei canti narrativi che narrano le vicende della natività.

Le novene vengono intonate da un gruppo di zampognari, detti “ciaramiddari”, davanti alle cone e in alcuni paesi vengono accesi anche dei falò. A Monreale gli zampognari suonano dalla mattina alla sera per tutto il periodo che va dall’Immacolata all’Epifania. Il più delle volte, infine, i soggetti di questi canti sono tratti dai vangeli apocrifi, tramandati oralmente.

Debora Guglielmino

Classe '94, la passione per l'informazione e il giornalismo mi accompagna sin da quando ero ancora una ragazzina. Studentessa di Scienze della Comunicazione, amo la lettura e le atmosfere patinate ed eleganti tratteggiate nei romanzi della Austen. Appassionata e ambiziosa, sogno di poter un giorno conoscere il mondo e di raccontarlo attraverso una penna e un taccuino.

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