Era il 1990, l’anno delle Notte magiche degli Azzurri di Totรฒ Schillaci. La Sicilia, si sa, รจ la regione delle tradizioni per eccellenza. Anche dicembre, il mese di Natale e Capodanno, non รจ estraneo ai festeggiamenti di paese. Nei primi giorni del mese, infatti, due appuntamenti sono immancabili per i fedeli: l’Immacolata e la festa di Santa Lucia. In quei giorni di quasi tre decenni fa, i siracusani erano pronti, come ogni anno, a festeggiare Santa Lucia, da secoli patrona della cittร . Mai nessuno avrebbe immaginato che quella data sarebbe stata ricordata anche per un evento molto doloroso.
Ore 01:24 del 13 dicembre 1990. La Scarpata Ibleo-Martese si muove generando un violento terremoto di magnitudo 5.6 della scala Richter e del VII-VIII grado di intensitร della scala Mercalli. Il sonno di tutta la costa orientale, da Capo Passero a Messina, ma anche a Reggio Calabria, venne rotto e inquietato. Nell’insieme furono 41 i comuni interessati da danni piรน o meno gravi, con il cratere del sisma circoscritto ai centri abitati di Carlentini, Augusta, Lentini, Melilli, Militello in Val di Catania e Priolo Gargallo. Il trasporto ferroviario sulle tratte Catania-Caltagirone e Catania-Siracusa subรฌ danni gravissimi, con la stazione di Brucoli che venne completamente distrutta.
Furono dichiarati inagibili 6.830 edifici privati, 220 edifici pubblici e 54 scuole, per un numero complessivo di 7.104 edifici. A Carlentini crollarono tre palazzine che causarono la morte di 12 persone, le altre vittime sono da collegare alla paura provocata dal sisma. Purtroppo le operazioni di soccorso non partirono immediatamente, causando moltissimi disagi tra i 200 feriti e i 12 mila sfollati, giร messi a dura prova dal sisma.
Quel giorno a Siracusa non ci fu nessun festeggiamento. L’unica folla che invase le strade era quella della gente, impaurita e sconvolta, in cerca di un tetto sicuro dove passare il resto delle settimane. Per questa sfortunata coincidenza il sisma verrร ricordato come il “terremoto di Santa Lucia”.
Ad ogni modo, il sisma รจ stato ribattezzato anche come il “Terremoto dei Silenzi”. Nelle prime fasi dell’emergenza le notizie riguardanti l’intensitร e l’epicentro vennero, รจ possibile dirlo senza esagerare, insabbiate. Inizialmente l’epicentro venne localizzato nel Golfo di Noto, successivamente le vittime di Carlentini lo fecero spostare proprio nella cittร o a pochi chilometri dalla costa. Tutto falso.
Il punto di origine del terremoto era stato localizzato a pochi chilometri dalla costa di Augusta, in prossimitร dei grandi complessi industriali chimici e petrolchimici. La paura di gravi danni alla zona industriale costrinse le autoritร e gli scienziati a diffondere notizie errate per non scatenare il panico tra la popolazione. Quella notte la Sicilia orientale fu vicinissima a subire anche un grosso disastro ambientale, oltre che i danni causati dal terremoto.
Dopo ogni scossa si spera sempre che sia “l’ultima volta”. La Sicilia รจ uno dei territori piรน “movimentati” al mondo, dal punto di vista sismico e vulcanico: probabilmente l’ultima volta non arriverร mai. Siamo certi di dormire, lavorare e studiare in luoghi sicuri? Convivere con i terremoti, senza dover stilare sciagurate liste di vittime innocenti dopo ogni nuovo tragico evento, dovrebbe essere prioritario per tutti.